Sanità e dintorni


L’Aquila – Scrive Paolo Federico, consigliere di Forza Italia: “Nei palazzi del potere qualcuno è ormai convinto che gli aquilani siano tanto avviliti e storditi dal terremoto da poter assistere senza reazioni apparenti a episodi che li penalizzano e li umiliano.
L’ultimo, il più grottesco e penoso: quello della presentazione in pompa magna di un pulmino che, così è stato detto, avrebbe collegato la città alla rete dell’alta velocità ferroviaria. Ci avrebbe portato cioè fino a Roma, dove ogni giorni ci collegano da anni velocemente, e su mezzi meno scomodi, decine di linee di autobus.
La novità più penalizzante sta nel riordino del sistema ospedaliero che prevede la semplificazioni dell’attuale articolazione. E per semplificare, nell’area Chieti – Pescara dove operano due grandi insediamenti sanitari più un robusto tessuto di cliniche private, si ipotizza la costruzione del nuovo ed unico ospedale di livello regionale, quello definito di secondo livello.
Per l’Aquila, sempre che il piano venga approvato dal ministero della salute, si prevede, come premio di consolazione, la sede della Asl, che dovrebbe essere unica per tutta la regione.
Ma di consolante c’è poco, perché la struttura burocratica (le Asl) non è ne sarà mai in grado di compensare i danni conseguenti al declassamento del “San Salvatore” con l’inevitabile contrazione di ricoveri e l’abbandono di ogni specialità di livello.
Il declassamento ospedaliero comporterà inevitabili conseguenze per la facoltà di medicina che, essendone prevista solo una per regione, dovrà probabilmente collocarsi nella stressa zona dove sorgerà il nuovo policlinico abruzzese.
E, questo delle strutture sanitarie, non è il solo episodio di trasferimento di risorse e funzioni verso la fortunata area costiera.
Corre voce, infatti, e senza smentite, che il corso per tecniche della ricostruzione sarà svolto presso le facoltà della D’Annunzio e non a L’Aquila, dove pure sarebbe stato coerente alla specifica condizione della città, dove fra l’altro brilla la negligenza della Regione per il restauro dei palazzi storici, sedi fino al terremoto, di organi istituzionali.
C’è da osservare, concludendo, che parlare di legge speciale per L’Aquila appare solo una penosa sviolinata preelettorale.
Se c’è un trattamento speciale per L ‘Aquila, è quello riservato, nella società odierna dove prevale il più forte, ai deboli e ai poveri cristi.


22 Giugno 2016

Categoria : Politica
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