Juno alla conquista di Giove: Italia parte attiva della missione
(a cura di Flavio Colacito). Non ci si era mai avvicinati in modo così evidente a Giove e la sonda Juno si muoverà velocemente da un polo all’altro anche dentro e sotto le nubi gassose e ricche di acqua del pianeta indagando anche su alcuni spettacoli senza uguali quali sono le aurore gioviane. La sonda è protetta da un’innovativa blindatura in quanto in realtà non si sa che cosa l’attenda una volta calata tra quelle tempeste in cui l’ambiente ricco di idrogeno ad alta pressione e campi magnetici è attraversato da scariche di particelle subatomiche che raggiungono quasi la velocità della luce, creando condizioni decisamente apocalittiche. Juno per 37 volte si spingerà fino a 4.500 chilometri dal pianeta, ben dieci volte più vicina della Pioneer 11 del 1974, subendo un bombardamento di scariche e radiazioni mai subìto prima da una sonda. L’Italia collabora alla missione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Sono italiani, inoltre, due dei dieci strumenti della sonda: lo spettrometro a infrarossi Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), realizzato dalla Divisione Avionica di Leonardo – Finmeccanica e del quale è responsabile scientifico l’Inaf, e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator), costruito dalla da Thales Alenia Space Italia, del quale è responsabile scientifico Luciano Iess, dell’università Sapienza di Roma. Sulla sonda ci sarà anche una placca dedicata a Galileo Galilei, fornita dall’Agenzia Spaziale Italiana: è una copia in alluminio del manoscritto in cui lo scienziato ha descritto per la prima volta le quattro lune di Giove. E anche tre pupazzetti in alluminio della Lego che rappresentano Galileo, Giove e sua moglie Giunone (Juno). Lanciata il 5 agosto 2011, dopo un viaggio di cinque anni, il 4 luglio la sonda accenderà per 35 minuti il suo motore principale per entrare nell’orbita del gigante gassoso. Dopo 5 anni di viaggio e circa 3 miliardi di chilometri percorsi Juno, la missione della Nasa a forte partnership italiana, si appresta a entrare nell’orbita di Giove, pianeta 300 volte più massiccio della Terra. L’appuntamento è per il prossimo 4 luglio, giorno in cui, sulla Terra, gli Stati Uniti celebreranno i 240 anni dalla Dichiarazione d’indipendenza e, nello spazio, la sonda Juno accenderà il suo motore principale per posizionarsi su un’orbita polare intorno al gigante gassoso. Una missione a stelle e strisce, ma anche tricolore, come spiega il Coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana Enrico Flamini: “E’ la prima missione dedicata al più grande dei pianeti del Sistema solare, Giove, che vede l’Italia, l’Asi, come partner principale della Nasa”.Inizierà allora un periodo di intensa attività scientifica e di raccolta dati con l’obiettivo di studiare i campi gravitazionali e magnetici di Giove, la sua atmosfera, la quantità di acqua e di provare a determinare la struttura interna del pianeta. Per svolgere i suoi compiti Juno ha a disposizione diversi strumenti, di cui 2 italianissimi.”Due – spiega Flamini – gli strumenti italiani a bordo: JIRAM, uno spettrometro a immagine infrarosso, per meglio dire una camera ad alta risoluzione dell’infrarosso, uno strumento molto innovativo; e la radioscienza che è l’unica misura in grado di darci la natura dell’interno profondo e del cuore di Giove”.Italia che – sottolinea il coordinatore scientifico dell’Asi – è sempre più protagonista: “Con Juno, tra pochi giorni, e Bepi Colombo tra un anno e mezzo, avremo completato il novero dei pianeti intorno a cui missioni spaziali vedono strumenti italiani a bordo. E questo è perché abbiamo una comunità scientifica, una comunità tecnologica e un’Agenzia che sono assolutamente a livello mondiale tra le migliori. E solo l’Italia, oltre naturalmente gli Stati Uniti e la Nasa hanno le capacità scientifiche e tecnologiche da poter essere presente su tutti questi pianeti e sviluppare delle tematiche scientifiche così all’avanguardia”. Un ulteriore passo nell’esplorazione dei misteri spaziali.
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