Cinghiali, due pesi e due misure?
LE ASSURDITA’ CHE RENDONO LA VITA PIU’ STUPIDA E DIFFICILE –
Ofena – Scrive Dino Rossi, Cospa Allevatori Abruzzo: Ormai tutti sanno che siamo in Unione europea, anche i cinghiali, ma poi si scopre l’amara verità che non è quello che sembra, pensate che all’interno di un fazzoletto di terra come la regione Abruzzo questa unione viene meno, quando di parla di abbattimenti dei cinghiali si scoprono veri e propri alatrini, regolamenti diversi tra le quattro province della nostra regione.
Ieri sera, presso l’Atc subequano a seguito di una convocazione da parte dell’ambito, si sono scoperte cose assurde. Nell’ambito territoriale di caccia subequano sono ricompresi due comuni Bussi e Popoli appartenenti alla provincia di Pescara dove l’abbattimento selettivo funziona a in maniera diversa più snella e molto più efficace, tanto è vero che i contadini del pescarese sono molto soddisfatti. L’intervento può essere fatto termite una comunicazione all’ambito di appartenenza e affiggendo un documento presso una bacheca di un ente istituzionale. Il selecontrollore indica le ore di intervento e il luogo, in caso di abbattimento è già in possesso delle facestte per l’identificazione dell’animale, inoltre il conduttore del fondo munito di autorizzazione, può in qualsiasi momento procedere all’abbattimento del cinghiale sul proprio terreno. Questo metodo vele anche per la provincia di Chieti, non ci siamo informati per Teramo. Per la provincia aquilana la cosa è molto più complicata. Una volta avvistati i cinghiali, bisogna avvisare la polizia provinciale, la quale arriva non si sa quando, autorizza e organizza per poi procedere all’abbattimento, una volta abbattuto l’animale, ammesso che torni sul campo, sempre la polizia provinciale torna di nuovo per portare la fascetta di identificazione dell’animale. In questo modo i cinghiali dopo aver mangiato e successivamente ruttato, se ne tornano dentro le aree protette a schiacciare il sonnellino. È risaputo, anzi gira voce tra i slecontrollori aquilani, che la polizia è parte attiva all’abbattimento e gli animali abbattuti vengono ceduti ai slecontrollori chiamati sul luogo di intervento. In pratica a questi signori piace molto tirare il grilletto a spese del contribuente, ma poi quando cè da sporcarsi le mani, magari rendersi utili come la consegna della corata alla ASL, si tirano indietro e i poveri selecontrollori dopo una nottata in bianco devono pure recarsi presso al ASL di competenza per consegnare la corata degli animali abbattuti. Qui scatta la rabbia degli agricoltori quando si rendono conto che per questo servizio inutile si trovano i soldi per le cartucce e il gasolio dei fuoristrada della polizia provinciale , ma quando si tratta di fare i sopralluoghi per l’evento calamitoso del mese scorso, la regione non ha i soldi per la benzina e figuriamoci per il rimborso dei danni. Si spera ad un intervento risolutivo della regione, altrimenti siamo pronti ad una azione di forza, contro questo sperpero di soldi finalizzato all’abbattimento di un porco!
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