Carceri esposizione opere detenuto ed ex detenuto
Chieti – L’Associazione Culturale FareAbruzzo, presieduta dell’avvocato Simona Di Iorio, in collaborazione con la Direzione della casa circondariale di Chieti presenta la mostra dal titolo: “Dipingere ai confini della societa’” che si terra’ domani, a partire dalle ore 9, presso il palazzo della Provincia di Chieti. Esporranno le proprie opere due artisti ai quali il percorso svolto nella Casa Circondariale di Chieti ha dato la possibilita’ di esprimersi, di cercare se stessi con lo strumento della pittura: Carlo Di Camillo, attualmente detenuto e Tamerlano D’Amico ex detenuto che ha riconquistato la propria liberta’. Considerato il preminente interesse pubblico alla effettivita’ della funzione rieducativa della pena, cioe’ al recupero ed al reinserimento del reo nella societa’ dalla quale si era estraniato – spiegano l’avvocato Di Iorio e la dott.ssa Stefania Basilisco, responsabile area educativa della Casa cirondariale – l’evento testimonia come nella citta’ di Chieti trovi applicazione concreta una delle funzioni principali della pena detentiva, quella special-preventiva enunciata dall’art. 27 comma 3 della Costituzione secondo la quale, in sostanza, la pena non puo’ piu’ essere considerata come un semplice castigo: “le pene (…) devono tendere alla rieducazione del condannato”. L’idea della mostra e’ nata da alcune incantevoli tele del D’Amico affisse nella sala avvocati del Carcere di Chieti. La storia intrecciata dal D’Amico con il carcere di Chieti e’ una storia sino ad oggi a lieto fine: l’artista al termine della pena detentiva, ha donato al carcere diverse opere ed in varie circostanze, anche recenti, ha collaborato per l’allestimento di alcuni spettacoli in carcere, nei quali hanno recitato persone detenute nell’Istituto di Chieti. Vale la pena sottolineare – affermano Di Iorio e Basilisco – la continuita’ di questo rapporto, che e’ stato intenso, a volte problematico ma che e’ ancora vivo, vero come le cose vissute fino in fondo, come quando ci si ostina a cercare la bellezza nei luoghi piu’ strani; la ricerca crea un legame, simbolicamente rappresentato, in questo caso, dalle opere che l’artista ex detenuto ha lasciato in carcere per ricordare non solo a se stesso di essere passato in questo luogo e di aver cercato anche li’. E la continuita’, la narrativita’ indicata dall’arte prosegue nella storia di Carlo Di Camillo, attualmente detenuto nella casa circondariale di Chieti. Si tratta di un artista “auto-didatta” che ha iniziato a dipingere durante la detenzione, scrive lui stesso di aver iniziato ‘Per run morire di inedia tra le pareti di una cella’. L’artista detenuto ha in esposizione 6 opere, grazie alla Mostra realizzata nella Sala della Provincia (per la cura e la passione condivisa tra la presidente dell’Associazione FareAbruzzo e la Direzione della casa circondariale di Chieti). Di Camillo passa le sue giornata in carcere a dipingere, a ritoccare le sue opere, a pensarne di nuove. Il carcere di Chieti non e’ un esempio di architettura moderna – osservano Di Iorio e Basilisco – gli spazi non sono molti ma la passione e la serieta’ con la quale le persone che lavorano nell’Istituto, con le diverse professionalita’ rappresentate (Direttore, operatori di Polizia Penitenziaria’ Comandante e personale dell’Area Educativa) credono nel lavoro che svolgono e ha reso possibile recuperare una stanza per adibirla completamente a “laboratorio” dell’artista detenuto.
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