“Abruzzo nei guai, ma ci sono spiragli”


L’Aquila – Oggi alla Confindustria presentazione di dati relativi alla situazione abruzzese. La situazione, in sintesi, è molto preoccupante e non solo a causa del terremoto. Esistono però spiragli e occorre darsi da fare perr appropfittarne. Questo l’intervento del presidente regionale Calogero Marrollo: “Come di consueto, anche quest’anno Confindustria Abruzzo ha inteso promuovere una Conferenza stampa, con la quale formulare delle valutazioni sulla congiuntura in atto, e delle proposte e degli auspici per l’anno che abbiamo davanti. La situazione socio economica, come sapete, purtroppo non è positiva, nonostante alcuni segnali che indicano una lenta ripresa. E’ proprio di questi giorni, peraltro, il dato Istat che, a dicembre 2009, fissa all’8,5% il tasso di disoccupazione nazionale.
I dati socio economici regionali, riportati nel documento distribuitovi, del resto, confermano una situazione di vera criticità, che, come voi tutti sapete, ha coinvolto il sistema economico e finanziario, a livello planetario.
I dati ufficiali disponibili ad oggi, evidenziano compiutamente gli effetti, che la crisi ha comportato e sta comportando, e che in Abruzzo si stanno dimostrando particolarmente importanti e seri, come del resto da noi già preannunciato nei mesi scorsi.
La crisi globale, che, come detto, sembra lasciare il passo ad una ripresa molto lenta e incerta, ha infatti colpito in Abruzzo non solo le Piccole e medie imprese, con tutte le loro debolezze strutturali, ma anche e soprattutto le grandi imprese, e con loro, il relativo indotto. Ciò, forse per la prima volta in Abruzzo, in modo così eclatante, ha portato ad un rallentamento economico e occupazionale, veramente preoccupante.
Basta vedere i dati sulle esportazioni, calate complessivamente, solo nei primi nove mesi del 2009, del 37%, o i dati sulla Cassa integrazione, aumentata nel 2009 rispetto al 2008 del 439,7% (cassa integrazione ordinaria +881% e straordinaria +101,5%) o, ancora quelli relativi al tasso di disoccupazione, arrivato al 7,6 %. E, purtroppo, c’è da dire che vista la situazione reale in cui versa il sistema delle imprese, molti di quei dati relativi agli ammortizzatori sociali – CIG e Mobilità -, sono probabilmente destinati a tramutarsi in disoccupazione.
Sono, purtroppo, dati da primato per l’Abruzzo, anche rispetto alle altre regioni d’Italia.
Dati che scontano una crisi di sviluppo, che in Abruzzo si protrae ormai da almeno un decennio, e la mancanza di politiche economiche adeguate ai fabbisogni del territorio.
A tale situazione, non dobbiamo scordare, che in Abruzzo si aggiungono fattori di criticità veramente seri e drammatici, quali il sisma, che ha colpito in particolare il comprensorio aquilano, la situazione sanitaria e il debito di bilancio regionale.
Il sisma del 6 aprile scorso, tra l’altro, ha in qualche modo impedito al Governo regionale, di poter affrontare compiutamente le criticità sul tappeto, anche se lo stesso terremoto è stato occasione per rilanciare il dibattito su alcune questioni importanti, soprattutto di carattere infrastrutturale.
Il terremoto, del resto, come da noi più volte e per primi proposto, può e deve costituire una opportunità di rilancio economico e sociale, che, partendo dalla rinascita e dalla ricostruzione dei territori colpiti, deve coinvolgere tutto l’Abruzzo.
Si tratta di un’occasione e di un impegno decisivi, di grande portata, che non possono essere disattesi, e che dovranno vedere il coinvolgimento non solo di tutte le espressioni politiche, culturali, economiche e sociali della regione, ma anche delle migliori energie ed intelligenze professionali, anche extra regionali, in tutti i campi di intervento: dalla riforma della governance istituzionale ed amministrativa, alla pianificazione urbanistica e territoriale, dalla programmazione economica e sociale a quella culturale e scientifica, e così via.
Al riguardo, peraltro, non possiamo non rilevare, e mi rivolgo anche agli enti locali interessati, alcune preoccupazioni sui ritardi, che cominciano a verificarsi nella partenza della ricostruzione; ritardi che comunque seguono una gestione dell’emergenza, che abbiamo sempre giudicato veramente positiva. E voglio, in questa occasione, ringraziare, la squadra di Guido Bertolaso, per il lavoro fatto. Allo stesso modo, voglio formulare i migliori auguri a Gianni Chiodi, per il lavoro che andrà a svolgere come nuovo Commissario ad acta, e confermargli tutta la nostra disponibilità.
Ma se il sisma può essere un’occasione, al momento rappresenta una situazione di sicura e grande difficoltà, per le risorse richieste e per le situazioni di disagio sociale ed economico di fatto attualmente in essere.
Così come, allo stesso modo, continuano a costituire motivo di grande criticità, la spesa sanitaria e il deficit di bilancio, che gravano su imprese e cittadini, in termini di fiscalità aggiuntiva, impediscono la programmazione di investimenti e di politiche economiche, a favore del mondo produttivo, e rischiano di portare l’Abruzzo alla bancarotta.
Sono questioni che vanno affrontate con grande decisione, urgenza e rigore: ribadisco che Confindustria sosterrà qualsiasi politica regionale, orientata seriamente e rigorosamente a ridurre gli sprechi, che non possiamo più permetterci, salvaguardando e migliorando, naturalmente, la qualità del servizio e della prestazione sanitaria regionale.
È necessario, poi, affrontare, senza più rinvii e con urgenza, le criticità che limitano la crescita e l’asset competitivo, delle imprese, che hanno bisogno di un contesto ambientale, infrastrutturale, culturale ed amministrativo, in grado di sostenerla ed accompagnarla nella ripresa e nella competizione.
Nella documentazione consegnatavi, troverete il documento di proposta presentato in occasione della terza Convention delle Imprese tenutasi a L’Aquila il 3 dicembre scorso.
Mi limiterò pertanto a ricordare per titoli, quelli che sono i temi principali, oltre a quelli già ricordati, su cui Confindustria Abruzzo, da tempo, chiede di intervenire con priorità, nel quadro di un Progetto strategico di sviluppo organico:
- semplificazione del sistema amministrativo e delle relative procedure:
- riforma degli enti di programmazione e degli Enti strumentali regionali, delle Agenzie e degli Enti Territoriali di Politica Industriale, ed in particolare, dei Consorzi e dei Distretti industriali , per arrivare all’istituzione di una Agenzia di sviluppo regionale, che abbia il governo partecipato e unitario dell’economia;
- leggi regionali di settore per l’industria che promuovano, in particolare, ricerca, innovazione e accesso al credito;
- logistica, infrastrutture, efficienza ed autonomia energetica;
- ambiente, politiche per il territorio e turismo.
Sono tutte priorità, che incidono sulla competitività delle imprese e del territorio, e, quindi, sui livelli occupazionali e di reddito. Sul metodo da adottare, Confindustria Abruzzo ribadisce la necessità, che la politica rifugga tatticismi e interessi di parte, per concentrarsi sui problemi concreti, attraverso un programma organico e a lungo termine, che tracci con chiarezza, tempi e modi di interventi.
E su questo vorrei spendere qualche parola in più, approfittando anche della presenza del vice Presidente Castiglione. Più volte abbiamo richiamato l’attenzione della politica sulla centralità dell’impresa, in quanto vero motore di sviluppo, di occupazione e quindi di benessere.
Spesso, invece, noi imprenditori assistiamo a situazioni in cui le scelte della politica, lungi dall’essere orientate dalle reali richieste del territorio e dell’economia, sono più dettate da correnti di pensiero, che, nonostante camuffamenti strumentali di vario tipo, evidenziano di fatto un assurdo ed anacronistico sentimento anti imprenditoriale.
Oggi le imprese sono in grande difficoltà, e con esse i loro lavoratori. Molte aziende saranno costrette a chiudere e a licenziare: non è concepibile che, a fronte di una tale situazione, veti politici e amministrativi impediscano sul nostro territorio di investire e programmare investimenti o, peggio, di concretizzare investimenti su cui già erano state spese risorse e lavoro. Il tutto mentre, in altro senso, si rinviano riforme e provvedimenti attesi, e si concentrano risorse in investimenti improduttivi, o addirittura dannosi al bilancio pubblico.
Su questo, saremo durissimi e rigorosi, e misureremo nei prossimi mesi l’operato del Governo regionale e delle amministrazioni locali, anche di quelle verso cui avevamo riposto fiducia e dichiarato intenti di collaborazione. La situazione lo impone, così come la ragione e il buon senso.
Ciò detto, vorrei però, lanciare anche un messaggio di cauto ottimismo.
Vi sono infatti i primi segnali di ripresa, e sicuramente anche in Abruzzo si saprà reagire, e affrontare gli effetti devastanti della crisi, con la consueta caparbietà.
Ma ognuno dovrà fare la sua parte, con grande responsabilità: dalle Istituzioni di Governo e politiche alle imprese, dal mondo del credito alle OO.SS.. E’ però il momento di fare, ed alla svelta. Lo impone la grande difficoltà economica e occupazionale in atto, lo richiede le gravi emergenze che caratterizzano l’Abruzzo, sisma in testa.
Questo è il mio augurio principale per l’anno che abbiamo di fronte”.
(Nella foto Calogero Marrollo, presidente degli industriali abruzzesi)


01 Febbraio 2010

Categoria : Economia
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