Quanti anni per poterlo ripercorrere?
L’Aquila – E’ lì con il suo profilo geometrico ed essenziale da molti anni. Di terremoti ne ha presi tanti, ma neppure quello forte del 2009 lo ha ferito: quindi fu fatto a regola d’arte. Una delle prime opere con l’impiego di precompresso, secondo schemi e stili antesignani cari i all’ing. Emilio Tomasssi. Fu, costui, un progettista lungimirante, colto, aggiornato, e anche un uomo elegante e raffinato che si occupò anche di turismo quando a L’Aquila c’era del turismo e si teneva una grande rassegna internazionale di arte.
Il ponte di Belvedere, hanno scoperto dopo sette anni e annunciato sui giornali, dovrà essere consolidato e rattoppato, ma non demolito. Insomma, non ha riportato danni strutturali. Occorreranno ugualmente un sacco di soldi per rimetterlo in sesto. Quando potremo riusarlo, ripercorrerlo? Chi può dirlo… Sicuramente fra anni.
Sette ne sono passati per scoprire che c’erano solo infiltrazioni d’acqua nelle strutture: in cinquant’anni mai una manutenzione. Neppure estetica: niente illuminazione, marciapiedi frantumati e sporchi, reti arrugginite e pesanti. Eppure, a due passi c’era un grande albergo.
Ora si parla, sempre stando agli annunci di cui il Comune è ormai consumato elargitore, di lavori l’anno prossimo, di carte, iter, procedure, appalti, aggiudicazioni. Insomma, sappiamo come vanno le cose. Sette sono passati, altri tre o quattro anni basteranno?
Niente male per un ponte che non ha gravi danni.
Se ne avesse avuti, avremmo dovuto usare la parola decennio al posto della parola anno.
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