Protesta contro caccia e ipotesi estensiva

Collercorvino – Protesta e manifestazione oggi contro la caccia, i cacciatori che oggi “celebravano” l’ultimo giorno venatorio, e soprattutto contro l’ipotesi di estendere a tutto l’anno l’abbattimento degli ungulati. Decine di antidoppietta hanno percorso il cosiddetto “sentiero dei cacciatori”, gridando e battendo, per disturbare l’ultimo giorno di attività venatoria. Per ora, infatti, si chiude secondo il calendario venatorio abruzzese, ma c’è il rischio che in futuro le doppiette non vadano mai a risposto, per tutto l’anno: piombo rovente in quantità sugli animali, che hanno il gravissimo “torto” di essere troppo numerosi. Esempio classico, il cinghiale che in Abruzzo è diffusissimo e piuttosto invandente.
E’ imbracciare il fucile tutto l’anno il rimedio migliore? E’ l’ecatombe indiscriminata il freno più efficace? Sono in molti, peraltro anche tra i cacciatori veri e sportivi, coloro che la pensano diversamente. Il cinghiale va sicuramente contenuto, e su questo c’è accordo. Ma lo si può fare con metodi controllati e non sanguinari e in periodi stabiliti. La carne di cinghiale può essere utilizzata e resa utile in una lunga catena alimentare controllata, una filiera produttiva disciplinata e commercialmente valida con la creazione di aziende, posti di lavoro e risultati convenienti per tutti. Ciò forse disturberebbe gli interessi dei produttori e venditori di carni bovine e suine, e di questo la politica tiene ipocritamente conto. In altre regioni, cominciando dalla vicina Umbria, il cinghiale è una risorsa, un beneficio sociale e commerciale, senza ecatombi e distruzioni di massa come qualcuno intenderebbe fare qui. Come sempre senza saper valutare e affrontare seriamente i problemi. (Nella foto pereto.it: Cinghiali, sono troppi ma niente ecatombe)