VELENI DI BUSSI, NOVE ANNI… SOTTERRATI
L’Aquila – Anno 2007 funesto. Due eventi infausti (in attesa inconsapevole del più nefasto 2009 in arrivo) in Abruzzo. Incendi enormi e devastanti oscurano i cieli regionali, uno arriva a lambire l’abitato aquilano. Dalla terra come un leviatano da decenni in agguato, spunta l’immensa discarica dei veleni a Bussi. Due ferite all’ambiente di cui si poterà la cicatrice purulenta per lungo tempo.
Gli incendi passano, i boschi inceneriti su ettari di montagne e colline tornano stentatamente a rispuntare. La natura fa da sé, indifferente alla scemenza criminale e inetta dell’uomo.
La discarica di Bussi invece ha nove anni ed è ancora lì, frutto velenoso di anni e anni di ignavia e complicità a tutti i livelli. Gli ambientalisti strepitavano contro pollai e casupole abusive, ma non si accorgevano che sotto terra lungo il Pescara venivano interrate tonnellate di veleni. Tutti erano distratti, tutti erano altrove, uomini in divisa e in casacca ambientalista, politici, amministratori, santoni della salute, pontefici della morale.
Nove anni fa i veleni spuntano, e nove anni dopo sono ancora lì- Il problema è scarno e semplice: bonifica zero, recupero dell’area industriale niente, e domani in Regione un altro incontro, tutti consapevoli che ci sono anche 50 milioni di ripulire e tentare di arrivare ad un sito produttivo pulito ed efficiente, capace di garantire occupazione.
A Bussi l’industria c’è da molti decenni, ora restano i veleni interrati chi sa da chi nel tempo, e niente altro.
Forse è il caso di chiedere a gran voce delle soluzioni, degli impegni, un minimo di serietà ad ogni livello decisionale e operativo. Nove anni sono stati seppelliti a Bussi insieme con i veleni.
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