Dagli occhi l’età (ed altro)


Una antica disciplina, mai davvero convertita in scienza, l’iridologia, sostiene che l’esame degli occhi consente una valutazione completa dello stato individuale. In effetti esiste una stretta relazione fra occhio e sistema nervoso centrale, vero regista della più parte delle funzioni umane. Gli occhi si possono considerare un’estensione del cervello, ma sono anche il principale dei suoi sensori esterni: infatti durante il processo di formazione del feto, occhi e cervello sono una struttura unica che si origina dallo stesso foglietto embrionale. Per l’iridologia, dicevamo, gli occhi sono autentici libri della vita, nei quale poter leggere lo stato di salute del soggetto. Il pittore, alchimista e mago Hieronymus Bosch, inserisce nell’occhio le virtù ed i vizi dell’uomo. Com’è noto la tavola “I sette peccati capitali” è costituita da cinque medaglioni; il più grande, posto al centro, rappresenta l’occhio di Dio. Nell’iride centrale, intorno al Cristo nel sepolcro, è posta la scritta: Cave Cave Dominus Videt («Fai attenzione, il Signore ti sorveglia»). Intorno a quest’occhio sono distribuiti i sette peccati capitali tradotti in scenette (Ira, Vanità, Lussuria, Pigrizia, Gola, Avarizia, Invidia), collocati nei quattro angoli: la Morte dell’uomo, il Giudizio Universale, l’Inferno e il Paradiso. Sui cartigli i testi biblici: in alto “È un popolo privo di discernimento e di senno; o, se fossero saggi e chiaroveggenti, si occuperebbero di ciò che li aspetta” e in basso “Io nasconderò il mio volto davanti a loro e considererò quale sarà la loro fine”. Torniamo alle virtù “divinatorie” dell’occhio. Una recente ricerca ci dice che è possibile calcolare l’anno di nascita di un individuo dai suoi occhi. Non e’ roba da fantascienza, ma quanto sono riusciti a fare alcuni ricercatori delle Universita’ di Copenhagen e Aarhus, usando la datazione col metodo del carbonio 14 (C-14) e le proteine contenute nel cristallino degli occhi, attraverso uno studio pubblicato sulla rivista ‘Plos One’ alla fine dello scorso anno. Uno strumento che puo’ rivelarsi molto utile nelle scienze forensi, quando si devono identificare persone senza nome. La lente dell’occhio e’ formata da proteine trasparenti, chiamate cristallini, che sono ‘impacchettate’ cosi’ strette e in modo particolare che si comportano proprio come dei cristalli, facendo passare la luce attraverso la lente dell’occhio in modo da farci vedere. Dal concepimento fino a 1-2 anni di vita, le cellule presenti nella lente del nostro occhio costruiscono queste proteine del cristallino. Una volta che tale processo organico si e’ completato, il cristallino rimane lo stesso per il resto della nostra vita. Dalla fine della seconda Guerra mondiale e fino agli anni ’60, le superpotenze hanno condotto test nucleari e fatto esplodere bombe nell’atmosfera, modificando cosi’ il contenuto dei materiali radioattivi nell’aria, e facendo raddoppiare la quantita’ di C-14 nell’aria. Tale curva repentina ha lasciato un segno nella catena alimentare e quindi anche nel cristallino degli occhi, che ha assorbito piu’ carbonio attraverso il cibo. Partendo da questa considerazione, e dal fatto che il cristallino, che rimane sempre lo stesso, riflette il contenuto di C-14 nell’atmosfera dal momento in cui e’ stato creato, i ricercatori sono riusciti a calcolare l’anno di nascita tramite un acceleratore nucleare. Una tecnica che potra’ essere usata oltre che nelle scienze forensi, anche per capire quando certi tessuti, come quelli cancerosi, si sono generati e rigenerati. Un altro recentissimo studio, comparso su Ophthalmology e pubblicato a febbraio 2009, lega occhi ed età. 47 giovani dell’età media di 21 anni sono stati sottoposti a un esperimento in cui ai ragazzi era richiesto di indovinare l’età di un gruppo di anziani attraverso una serie di fotografie mostrate su di uno schermo. Una fotocamera montata di fronte ai giovani analizzava poi la direzione e la durata del loro sguardo. I risultati hanno mostrato che, nel dover giudicare l’età e la vivacità mentale dei soggetti anziani, i giovani osservano maggiormente i loro occhi, e a seguire la loro fronte e la zona nasale. “In particolare iragazzi concentrano la loro attenzione sulle sopracciglia e sulle palpebre, sia nel valutare l’età, sia lo stato mentale degli anziani. Un risultato che porta a supporre che questa regione del viso sia particolarmente importante nel ridare giovinezza all’aspetto esteriore o, al contrario, nell’invecchiare lo sguardo donandogli un aspetto stanco e in là con gli anni. Sempre agli occhi dei giovani, però. Non esistono infatti evidenze, concludono i ricercatori, sulla modalità di giudizio degli adulti o degli anziani stessi. E chissà che, con l’avanzare dell’età, cambi anche il modo di osservare il mondo e il volto delle persone. Resta il fatto che se si vuole nascondere l’età agli occhi di un giovane, è sufficiente che indossiate un paio di occhiali da sole. Basta davvero poco ad ingannare i giovani.


08 Agosto 2009

Categoria : Storia & Cultura
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