La Cina:il paese di Qin


Chiusa al nord da deserti e da sterminate plaghe di ghiaccio, al sud da montagne e da foreste impenetrabili, all’ovest dai monti più alti e dalle sabbie più sterili del mondo, all’est dall’oceano immenso, con una superficie di 12 milioni di chilometri quadrati, con più di in milrado di abitanti, si estende la Cina. Cina è nome d’uso puramente europeo (elaborato da paese dei Qin, vedi dopo). Gli indigeni chiamano il paese Tchug-Kue, «Impero del mezzo», oppure col nome della dinastia regnante. Cina è parola venuta in Europa tramite dei greci d’Egitto (Sinae, Thinae), da Thsin, dinastia potente che nel 249 a. C. riunì il paese, diviso in sette regni, sotto un solo scettro: e dura ancor oggi, duemila anni dopo che quella stirpe si spense. Il nome dinastico del paese fu, fino a ieri, Hai-Thsing-Kue, “regno dei Thsing”. Montuosa e sterile la gran parte del territorio; mentre dove i grandi fiumi s’allargano il paese è fertilissimo. I bacini dell’Hoang-ho, dello Yan-sekiang, dello Si-hiang sono altrettanto ubertosi quanto quelli più famosi d’America. Fin nei tempi più remoti la Cina ebbe una civiltà elevata, assai diversa da quella del mondo classico, dal quale era naturalmente separata, ma non per questo meno importante. Le popolazioni di razza mongolica che prime vi si diffusero, dedite alla guerra e alla conquista, assopirono a poco a poco i loro istinti feroci, man mano che i confini dell’impero andarono allargandosi. All’età delle grandi guerre succedette una proficua pace. L’agricoltura ebbe un grande sviluppo e presto fu onorata come la nobilissima delle arti. Ogni anno l’imperatore, deposte le vesti imperiali, soleva guidare l’aratro in apposito campo, aprendo i solchi fecondi. In tutte le province i suoi messi compivano una simile cerimonia. Per le ampie strade, per i ben costruiti canali, ogni anno gli abbondanti carichi di riso si diffondevano in ogni parte del territorio. Il governo risenti questa benefica influenza di pace: al feudalismo strapotente, subentrò una regolare divisione politico-amministrativa che permise ai sudditi di sviluppare le attitudini più proficue. kung, si fa la descrizione della civiltà dell’Impero celeste com’era nel XXIII secolo a. C., con la più grande accuratezza e verità, sì che tuttora fa ancora testo. Le pagine descrittive sono precedute dal ricordo delle tradizioni popolari e quando le genti si aggiravano nelle foreste del Chan-si, dispersi, senza case, senza vesti senza fuoco, a caccia d’insetti e di radici per nutrirsi. Pochi i progenitori della nazione, non già autoctoni, ma provenienti, lungo il lembo meridionale del Sin-Scian, dalla regione a sud-est del Caspio, e preceduti da Panku, il primo uomo che ebbe potenza di separare il Cielo dalla Terra. Al suo regno succedettero quelli di Tien-Huang (sovrano del cielo), di Ti-huang (sovrano della terra), di Gin-huang (sovrano degli uomini). Gli uomini in queste epoche avevano, secondo la tradizione, teste di drago, corpi di serpenti, piedi equini, e cavalcavano cervi alati. Ci atterremo al Tongkien Gang-mu (Storia generale della Cina) che fissa il principio dell’impero al regno di Fu-Hi (2397 a. C.), che primo assegnò a ciascun sesso abiti particolari e introdusse l’arte di lavorare il ferro e inventò i kira, caratteri simbolici che furono la base della scrittura cinese. Gli succedette Scin-nani (agricoltore divino), a cui si attribuisce l’introduzione dei metodi agricoli, di strumenti come gli aratri, e della diffusione di piante medicinali. Perdette il trono per opera di Suon Yuen, che fu proclamato imperatore con il titolo di Huang-Ti, inventore di tutte le arti e di tutte le scienze. Divise i suoi Stati in province e queste in circondari, creò una regolare amministrazione, distinse le classi degli abitanti con i colori degli abiti, riservando il giallo alla famiglia reale, e appunto perciò fu chiamato Huang-Ti (imperatore giallo).L’astronomia comincia a salire in onore; dal regno di Huang-Ti, si conta il primo ciclo o periodo di 70 anni, le cui serie si succedono con la regolarità dei secoli nei calcoli europei. Gli tennero dietro il fiacco Ciao-Hao, Ciuen-Hio, fondatore di un’accademia di scienze;Ti-Ko, che introdusse con l’esempio la poligamia nell’impero; Ti-Ci, che fu deposto dai grandi per le sue male abitudini, e a cui fu sostituito il fratello Yao. Dal regno di costui comincia il documento storico più celebre e autentico dei Cinesi, il Sciu-king. o, libro degli annali, che è la cronaca più antica che esista: esso vanta la buona amministrazione, la dottrina, l’ingegno di Yao. Nel 2297 a. C., sessantunesiimo del regno di Yao, avvenne il diluvio. Vista la desolazicne del popolo che ne segì, il buon re chiese gli fosse indicato qualcuno che l’aiutasse nell’amministrare i suoi popoli. Questi fu Sciun, al quale egli diede in sposa la figlia e affidò la cura dei lavori necessari allo scolo delle acque, all’arginamento dei fiumi, al dissodamento dei terreni. Morto Yao, Sciun ereditò l’impero e si impegnò a mitigare le torture dei delinquenti, a riformare il calendario, a visitare le province. Gli viene attribuita l’invenzione della sfera cinese che porta il suo nome gli succedette il virtuoso Yu, che per 18 anni aveva condiviso il trono. Con lui cominciano le numerose dinastie dominanti in Cina, delle quali trascureremo i nomi; gli avvenimenti sono i contrasti con popolazioni limitrofe, senza valore per noi. La quarta dinastia detta degli Zin: sotto di essi (250 a. C.) fu inventata l’arte di scrivere sulla carta con inchiostro e pennello. Sotto questa dinastia fu iniziata la gran muraglia che separa la Cina dalla Tartaria ed è il più ragguardevole monumento architettonico cinese: un grande baluardo di pietre ammucchiate, che si estende dal mar Giallo all’est di Pekino per 6000 chilometri, fin nell’interno della Mongolia [1]. In molti luoghi non è che un bastione, ma in altri ha fondamenta di granito e calce, e le porte fortificate. Fu iniziata nel 215 a. C. (e proseguì fino al 600 d.C.), per opporre una barriera ai Mongoli. Ha un’altezza che varia dai 5 ai 10 metri e una larghezza di 6 uomini a cavallo. Questa muraglia forma il confine di quattro province: nella pianura e nei burroni è regolare, munita di opere fortificate e di alte torri: in montagna è di proporzioni ridotte. Le porte sono a intervalli regolari, per comodità dei viaggiatori e per la riscossione dei balzelli.

“Perfetti, cioè cinesi”
Giacomo Leopardi


08 Agosto 2009

Categoria : Storia & Cultura
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