Rapagnà al consiglieri regionali
L’Aquila – Pio Rapagnà, del movimento inquilini Mia Casa, ha inviato ai consiglieri regionali la seguente lettera aperta: “Illustri Consiglieri regionali, Vi ricordo che il diritto all’abitare è in Italia tutelato dalla Costituzione e dalle Leggi e che da ciò discende, dunque, il principio generale che vede il bene oggetto del contratto, qualora sia distrutto o reso inagibile da eventi eccezionali – come, nel nostro caso, il disastroso terremoto dell’Aquila del 6 aprile scorso – debitore della riparazione, e/o ricostruzione, e/o sostituzione con bene equivalente al fine di soddisfare il suddetto diritto naturale all’abitare.
Orbene, in virtù di tali assunti, il Parlamento italiano ha convertito in Legge n. 77/2009 il Decreto legge n.39/2009 da cui sono discese una serie di Ordinanza di Protezione Civile contenenti le norme attuative per la ricostruzione delle zone terremotate. In particolare, l’Ordinanza n.3803/2009 esplicita in maniera specifica, quantificando anche la spesa necessaria in 150 milioni di euro, la necessità di provvedere con urgenza alla riparazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
Dobbiamo invece tutti noi constatare che, a distanza di nove mesi dal sisma, gran parte degli edifici popolari versano privi di riparazioni apprezzabili, restano esposti alle intemperie e quindi ad un degrado ulteriore rispetto a quanto non già determinato dalle scosse telluriche.
Purtroppo non appare, negli atti legislativi e amministrativi messi in campo dal Consiglio regionale e dalle altre Istituzioni interessate, una adeguata considerazione del problema, considerazione senz’altro non paragonabile a quella che si è potuto registrare in analoghe esperienze nel Friuli e nell’Umbria. Spero che Vi rendiate conto insieme a noi che questa sostanziale inerzia nell’opera di ricostruzione aggrava di fatto i danni, rendendone più onerosa la riparazione.
In tale drammatico contesto, resto sconcertato dal fatto che, nonostante la nostra Regione sia stata colpita da un terremoto di proporzioni catastrofiche, ci possano essere ancora delle Isitutuzioni che non si rendano conto della “vigenza” di un allarmante rischio sismico che grava su edifici e abitazioni pubbliche di analoga tipologia costruttiva esistenti in varie zone sismiche dell’Abruzzo, per i quali sarebbe più logico e prudente nutrire estrema preoccupazione essendo scientificamente prevedibile l’incapacità di questi edifici di resistere ad eventuali, malaugurate, nuove scosse telluriche con diversi epicentri, come del resto attestato anche dagli studi ormai noti di “Abruzzo Engineering” e della “Commissione Barberi” della Protezione Civile Nazionale, oltre che dal normale buon senso.
E’ indiscutibile l’utilità pubblica dell’adeguamento del patrimonio residenziale ai migliori standard antisismici sotto i molteplici profili dell’economicità, della prevenzione di future tragedie, della responsabilità politica e, non ultimo, del senso di umanitas che dovrebbe tutto informare per evitare che si ripeta altrove in Abruzzo ciò che è purtroppo capitato all’Aquila e nei comuni del cratere.
Sul piano delle responsabilità operative e preventive si è creata, proprio per quanto attiene alle competenze specifiche in materia di Edilizia Residenziale Pubblica trasferite dallo Stato al Consiglio regionale, agli Assessorati ai Lavori Pubblici-Politica della casa e alla Protezione Civile, una discrepanza evidente tra un corpus normativo che, sulla carta, garantisce la ricostruzione, ed una prassi reale che, nei fatti, connotandosi di ritardi ed inspiegabili burocraticismi, delude e nega nella sostanza ciò che le norme garantiscono.
Mi pare di poterVi segnalare, per gli opportuni provvedimenti che, con la autonomia di cui gode il Consiglio regionale, vogliate nel merito assumere, che siamo di fronte ad un punto giuridico rilevante sulla questione di un corpus normativo e sulla sua applicazione concreta, potendo costituire il deficit della concreta applicazione “vanificazione di fatto della Norma”, e quindi per questa via lesione del diritto oggettivamente apprezzabile.
Ed è questa discrepanza logica tra l’obbligo normativo e la concreta realtà, che mi porta a chiederVi, a seguito di quanto esposto dal Mia Casa d’Abruzzo e dal Commissario straordinario dell’ATER dell’Aquila nel corso delle due audizioni effettuate presso la 2^ Commissione Permanente del Consiglio regionale:
• di intervenire con un provvedimento legislativo straordinario e con specifici atti di indirizzo vincolanti in merito alla riparazione e ricostruzione degli alloggi danneggiati e, con particolare sollecitudine, alla messa in sicurezza dell’intero patrimonio abitativo pubblico costruito in zone di acclarato rischio sismico, dentro e fuori gli attuali confini del cratere;
• di volere impegnare il Commissario delegato e Presidente della Regione ad utilizzare per la riparazione degli alloggi classificati A-B e C e per la ricostruzione e messa in sicurezza degli alloggi classificati F i 150 milioni di euro di cui all’Ordinanza n.3803 del 15 agosto 2009;
• di voler accertare se vi sono, o vi siano stati, ritardi gravi e ingiustificati negli interventi di riparazione/ricostruzione “leggera” dell’Edilizia Residenziale Pubblica e se questi ritardi, qualora accertati, comportino profili di danno e/o violazioni di norme “urgenti” per la effettuazione dei necessari interventi di consolidamento, di messa in sicurezza e di ripristino delle agibilità e abitabilità.
Resto in fiduciosa attesa di un cortese e sollecito cenno di riscontro e, in qualità di coordinatore del Mia Casa, Vi chiedo, se possibile, di annunciare le Vostre determinazioni legislative ed esecutive in occasione della Assemblea-Conferenza di Servizio che è stata convocata a L’Aquila – Sabato prossimo 6 febbraio, a dieci mesi dal 6 aprile – presso l’Auditorium della CARISPAQ di Via Strinella 88, con inizio alle ore 10.00″.
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