Monticelli: politica e giustizia, riflessioni sul caso Nogarin e Lemmetti
L’Aquila – (F.C.). “A distanza di tre mesi dalla lettera inviata al presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio e ai capogruppo dell’Emiciclo sull’elezione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta’ personale, Luciano Monticelli torna ad intervenire sulla questione. L’occasione e’ fornita dal nuovo orientamento adottato del Movimento Cinque Stelle sul rapporto fra politica e giustizia dopo gli avvisi di garanzia recentemente pervenuti al sindaco di Livorno Filippo Nogarin e all’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. L’elezione del Garante, figura prevista dalla Legge Regionale 23 agosto 2011, n. 35 ma finora mai nominata, e’ stata piu’ volte calendarizzata a partire dall’autunno 2015. Nessuna della votazioni, tuttavia, e’ riuscita a raggiungere il quorum necessario all’elezione, anche a causa del veto posto dal Movimento Cinque Stelle sul principale candidato, la storica militante radicale Rita Bernardini, a causa delle sue condanne penali, tutte relative a campagne simboliche di disobbedienza civile. “In precedenza ho criticato i colleghi del Movimento Cinque Stelle perche’ si opponevano alla candidatura di Rita Bernardini per puro puntiglio formale”, ricorda Monticelli. “A parole non esitavano a lodare il profilo della candidata, a riconoscere la sua indiscussa competenza sul tema delle condizioni carcerarie e addirittura a dichiarare di condividere le sue battaglie, ma si opponevano alla sua figura perche’ aveva ricevuto condanne penali, pur essendo perfettamente coscienti che si trattava di atti di disobbedienza civile, ed e’ chiaro a tutti che essere condannati per disobbedienza civile non e’ uguale a essere condannati per aver rubato soldi dei cittadini”. “L’atteggiamento tenuto dai miei colleghi del Movimento Cinque Stelle continua a sembrarmi miope e irragionevole”, continua Monticelli, “ma devo riconoscere che fino a pochi giorni fa, se non altro, aveva i pregi della coerenza e della semplicita’: sul fronte della legalita’ deve esserci tolleranza zero, quindi chi per qualunque ragione ha avuto a che fare con la giustizia penale e’ incompatibile con le cariche pubbliche. Adesso pero’ noto che su base nazionale il Movimento Cinque Stelle ha cambiato idea: dopo la notizia delle indagini della Procura di Livorno a carico del sindaco Nogarin e dell’assessore Lemmetti, infatti, i vertici del Movimento, da Beppe Grillo in giu’, si sono affrettati a fare quadrato attorno all’amministrazione. Il deputato Danilo Toninelli, giustamente, ha affermato che occorre valutare caso per caso: le vicende imputate a Lemmetti e Nogarin sono relative alla gestione di una municipalizzata che fino al 2014 e’ stata gestita da altri amministratori, e’ possibile che le indagini siano scattate come semplice atto dovuto, e quindi prima di valutare eventuali dimissioni dei due esponenti cinquestelle va innanzitutto chiarito che cosa gli viene contestato. Un ragionamento che non fa una piega, e che condivido pienamente: ma se e’ cosi’ non si capisce perche’ quello che vale per Filippo Nogarin non debba valere per Rita Bernardini. Uno vale uno: se a Livorno si giudica caso per caso, la posizione di assoluta chiusura sostenuta finora a L’Aquila sulla questione del Garante dei detenuti diventa difficilmente sostenibile”. “Il Movimento Cinque Stelle e’ cambiato molto da quando si e’ affacciato prepotentemente sulla scena politica nazionale”, conclude Monticelli. “Dimostri di essere in grado di riconoscere i passi falsi compiuti. Se i consiglieri cinquestelle abruzzesi avranno la forza di cambiare marcia non solo daranno prova di maturita’, ma renderanno un grande servizio ai detenuti e agli operatori delle carceri abruzzesi e alla sicurezza di tutti i cittadini: perche’ solo attraverso un sistema carcerario che miri effettivamente alla rieducazione del reo, come stabilisce la Costituzione, possiamo far si’ che i condannati, dopo aver scontato la pena, tornino a dare un contributo positivo alla vita associata”.
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