1 maggio, ci bastano le registrazioni…
Se qualcuno ha la pazienza di andarsi a riascoltare – solo pochi secondi, altrimenti rischia di morire di noia – un discorso della gagliarda capa della CGIL o della occhialuta capitana della CISL pronunciato l’anno scorso, si accorge che il 1 maggio ormai bastano le registrazioni. Non serve più deprimersi con i telegiornali sempre uguali e sempre di un piattume desolante: i sindacalisti, come i politici e tutti gli altri presenzialisti che ci rovinano le giornate, dicono tutti e sempre le stesse cose. Per di più, con le stesse facce e le stesse inflessioni, o la medesima finta enfasi. Fotocopie tristi di una realtà che non cambia, burattini nelle mani di pupari occulti. Magari anche di sindacalisti ben pagati e altolocati.
Si ripetono sempre le litanie desolanti.
Giovani disoccupati e precari, morti sul lavoro, aziende che fuggono in Croazia e Slovenia, pensionati da fame, grandi marchi comperati da stranieri e aree di crisi sempre più vaste. Ha certo ragione Renzi quando parla di un’Italia migliore che qua e là si manifesta, di qualche luce nel buio, di qualche sussulto di speranza. Ma per favore, toglieteci le cronache del 1 maggio e i discorsi di politici e sindacalisti. Deprimono e spengono ogni lucina accesa nelle temebre.
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