Agricoltura in vendita diretta in Abruzzo, ma nessuno sa dove recarsi a comperare
Roma – In Abruzzo si può comperare direttamente dal contadino, assicura la Coldiretti, ma nessuno sa dove recarsi a farlo: per ora, bisogna girare a casaccio e chiedere, e comunque i punti vendita, se davvero ci sono, non si vedono: occorerebbe un’informazione che non c’è, e magari una mappa dettagliata dei vari punti vendita. L’idea (del resto non nuovissima…) è: i prodotti dell’agricoltura venduti direttamente, quindi qualità e prezzi garantiti e accessibili a tutti. E’ la ricetta della Coldiretti nazionale, che ha annunciato questa mattina a Roma l’organizzazione, durante una manifestazione dedicata al settore, Campagna Amica, in cui è stato lasciato spazio agli allevatori, contadini e pastori abruzzesi. Per la Coldiretti, l’economia regionale colpita dal terremoto può ripartire fruendo di 6.000 punti vendita in cantine, fattorie, frantoi, stalle, aziende agricole anche familiari, che offrono prodotti abruzzesi garantiti.Dopo il terremoto l’economia dell’Abruzzo riparte con 6.000 punti vendita dei prodotti tipici regionali aperti in frantoi, cantine, stalle, aziende agricole e mercati dove e’ possibile acquistare prodotti direttamente dagli agricoltori e di origine abruzzese garantita. “La vendita diretta – ha detto il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – e’ una opportunita’ per risollevare l’economia abruzzese dopo i danni del sisma, a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono cosi’ garantirsi acquisti sicuri e di qualita’ al giusto prezzo”. Inoltre ”e’ anche una occasione far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione abruzzese per poterli riconoscere in tutte le altre forme di vendita senza cadere nell’inganno del falso Made in Italy”. L’agricoltura rimane un settore economico strategico per l’economia abruzzese, rileva la Coldiretti, con un tessuto produttivo composto da oltre 60mila aziende e una produzione lorda vendibile di un miliardo e 345 milioni di euro.Cento milioni di euro i danni stimati dalla Coldiretti tra imprese agricole, strutture e infrastrutture rurali a causa del terremoto dell’aprile scorso. Il sisma, oltre a distruggere stalle e aziende, informa l’associazione, “ha compromesso gli sbocchi commerciali in una regione dove l’agroalimentare vale il 15 per cento del Pil ed e’ fondamentale per la ripresa dell’economia e lo sviluppo locale”. (Nella foto: Una fattoria sociale, ma è in Umbria – reperibile in rete – e non in Abruzzo)
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