La giustizia secondo la Norvegia

L’Aquila – Scrive Giulio Petrilli: “Una notizia per certi versi clamorosa arriva da una sentenza emessa da un tribunale norvegese che ha condannato la Norvegia al pagamento di 35 mila euro a favore di Anders Breivik, l’ uomo che compi’ una terribile strage ad Oslo e nell’isola di Utoya.
La condanna e’ per detenzione inumana in quanto lo stesso, sarebbe stato in totale isolamento per cinque anni.
I giudici hanno motivato la sentenza col fatto che “il totale isolamento carcerario viola l’articolo 3 della convenzione europea sui diritti umani, valori che costituiscono le fondamenta di una societa’ democratica e che devono essere garantiti anche a terroristi e killer.”
Il tribunale presieduto da una donna Helen Andenaes Sekulic, ha secondo me dato un segnale di profonda riflessione sulla democrazia, sul diritto, sulle garanzie.
Solo in un paese evolutissimo e rispettoso dei diritti umani come la Norvegia poteva accadere una cosa del genere.
Una lezione per i tanti magistrati nostrani che non risarciscono neanche quando una persona e’ stata detenuta ingiustamente, figuriamoci su l’isolamento detentivo completo.
Io credo che questa sentenza debba far riflettere la magistratura italiana, ma anche tutta la societa’ politica, gli organi di informazione che non si puo’ uscire dallo stato di diritto anche quando alcuni diritti riguardano persone che hanno commesso crimini incredibili.
Un’altra riflessione come dicevo e’ quella che hanno risarcito Breivik per 35mila euro per cinque anni di detenzione inumana, qui per gli stessi e piu’ anni di detenzione ingiusta qundi per errore giudiziario a molti non li risarciscono neanche di un euro.
Un parallelismo calzante del sistema giudiziario italiano e quello norvegese