Terremoti: che differenza tra i nostri e quelli giapponesi?
L’Aquila – (G.C.) – La quasi totale assenza di informazione e di approfondimenti scientifici sui mass media a proposito dei terremoti degli ultimi giorni suggerisce qualche riflessione sul fenomeno sismico in generale. Terremoti ce ne sono quasi ogni giorno nel mondo, ma nelle ultime settimane se ne sono avuti almeno dieci superiori al 6 Richter, dunque forti o fortissimi. Scosse violente in Asia, Ecuador, nel Pacifico, nel Cile, in Oriente e in particolare in Giappone del Sud. Le scosse forti sono state tre, la più recente e violenta del 7 grado Richter. E’ come se il globo si stesse gonfiando e spaccando qua e là. Naturalmente la scienza sceglie di tacere e rifiuta ipotesi fantasiose. Spesso solo colorite e approssimative, ma sicuramente efficaci.
Siamo terra sismica, ed è ovvio chiedersi: c’è differenza tra i nostri terremoti (spesso arrivati anche loro al 7 Richter nella storia italiana) e quelli insistenti e frequenti in Giappone?
Una sicuramente. A Kuyshu si sono avuti crolli poco estesi e “solo” 30 vittime, con 2.000 feriti. A L’Aquila nel 2009 sappiamo tutti come è andata. E la scossa fu 5,8 Richter, o 6,3 mlw secondo una diversa misurazione.
I terremoti sono vulcanici o tettonici. In Giappone, terra di vulcani, la situazione è diversa. Le scosse sono spesso violente e anche numerose. Da noi nella storia si sono avuti casi di due scosse violente (1703), due scosse nel Friuli, due anche nel Parco d’Abruzzo nel 1984. Di solito il sisma si manifesta con scosse sempre più forti e frequenti, che possono esaurirsi oppure portare ad un evento disastroso. Almeno tre o quattro volte nella storia aquilana scosse violente hanno anche segnato l’esaurirsi del fenomeno, che tuttavia presenta una sua ipotetica periodicità: a L’Aquila è di una cinquantina di anni, o di qualche secolo tra un evento molto forte e il successivo. Ciò, purtroppo, non è una garanzia né tanto meno una certezza. Solo una deduzione, un auspicio leggendo i dati storici. Comunque nell’Appennino centrale non ci sono vulcani: almeno questo…
Una carta geografica può aiutare a capire. Le isole giapponesi sono costellate da vulcani attivi o spenti, lungo un ideale arco che coincide con la separazione delle placche pacifica e asiatica. Il Giappone sorge sull’orlo di un abisso, la spaccatura terrestre che separa le placche. Il luogo dove spuntano e si formano in milioni di anni i vulcani. Scosse fortissime, numerose, frequenti: come sta accadendo in questi giorni. La mappa che pubblichiamo parla chiaro.
La penisola italiana è percorsa al centro dalla catena appenninica, che fu generata dalla spina della placca adriatica contro la placca europea. I monti sorsero dalla terra a causa della spinta, e ancora oggi le loro altezze cambiano nel tempo. Il Gran Sasso si solleva. La Maiella era milioni di anni fa il fondo di un mare, salito a formare la montagna. Vi si trovano fossili chiaramente marini che lo testimoniano. Fossili marini a 3000 metri di altitudine…
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