6 aprile, Palmerini agli “amici nel mondo”


L’Aquila – Cari Amici nel mondo, così si apre il messaggio-ricordo che Goffredo Palmerini, aggiungendo anche dei video, ha inviato via Internet a centinaia, migliaia di italiani e abruzzesi che vivono in tutti i continenti, in contatto con lui da sempre.
“oggi è il giorno del ricordo – dice il messaggio – di quella terribile notte di 7 anni fa, alle 3 e 32, quando il terremoto squassò L’Aquila e le sue 64 frazioni, ed altri 55 Comuni. La città capoluogo d’Abruzzo fu lacerata, paralizzata nei suoi servizi, mutilata e ferita nel suo straordinario patrimonio d’arte e d’architetture. 309 vittime. A loro va il nostro pensiero e la nostra preghiera, ai loro familiari che resteranno per sempre con una lacerazione nel cuore. Un dramma simile l’Italia non conosceva dal 1908 e dal 1915, nei terremoti di Messina e della Marsica. Avrebbe potuto essere ancora più tragico se fosse accaduto 5-6 ore dopo, con la città in piena attività.

Ma in tanta tristezza d’un ricordo che riporta nella mente immagini nitide come fossero di qualche giorno fa, il dolore e la disperazione di quei giorni tremendi, non possiamo non ricordare con amore e con immenso affetto la vicinanza, la generosità, la solidarietà dei Vigili del Fuoco e di tanti Volontari giunti da ogni parte d’Italia, organizzati in associazioni che sono nel nostro cuore (Associazione Nazionale Alpini, Caritas, CRI, Misericordie, Protezione Civile delle varie Regioni italiane, e tante altre ancora), delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale), dell’Esercito italiano. Una gara di premurosa attenzione verso la popolazione aquilana e dei borghi colpiti dal sisma.

Non potremo mai dimenticare questa che è la più bella Italia, quella del Volontariato e della Solidarietà. Come pure non potremo mai dimenticare l’affetto e la vicinanza di tutti gli italiani nel mondo – in particolare degli Abruzzesi e delle loro Associazioni -, manifestatosi con tanti gesti di grande valore morale e di significativa generosità. E l’attenzione di tutte le nazioni del mondo, di fronte alla tragedia, che così hanno scoperto una delle più belle città d’Italia, sebbene brutalmente ferita dalla violenza del sisma.

Dopo i mesi e i primi anni dell’emergenza L’Aquila e i comuni colpiti dal terremoto stanno risorgendo dalle macerie. Da tre anni, assicurato dallo Stato il flusso dei finanziamenti, la ricostruzione sta andando alacremente avanti. Fuori dai centri storici è molto avanzata. Diversa la situazione dei centri storici, dove la ricostruzione è più complessa. Specie per il centro storico dell’Aquila, che tuttavia è abbastanza avanti nella ricostruzione privata e ora s’incammina anche quella pubblica. Tornerà più bella di prima. Stanno ancora indietro i centri storici delle frazioni dell’Aquila, perché si è data prelazione alla Città, ma ora e nei prossimi mesi s’avviano molti cantieri nel primo gruppo di frazioni. Viene assicurato dalla Municipalità aquilana che entro il 2017 saranno approvati tutti i progetti per la ricostruzione dei centri storici della città e delle frazioni.

In questi anni complicati la nostra comunità ha dato un grande esempio di dignità. Nella tragedia è emersa la parte migliore e più bella della nostra gente, ma non possiamo nascondere che ha messo in luce, per una minoranza, anche i lati peggiori del comportamento umano. Come pure c’è da annotare che su quello che viene definito “il cantiere più grande d’Europa” anche altri interessi non chiari hanno girato e girano, che la Magistratura e le Forze dell’ordine stanno tuttavia controllando, scoprendo, censurando e condannando. Non aggiungo altro, su questa parte squallida e più dolorosa.

In questo settimo anniversario, oltre alla gratitudine per la continua vicinanza che abbiamo avvertito, vogliamo essere aperti alla speranza di futuro per la nostra comunità, per una sollecita ricostruzione materiale. Ma sopra tutto con la speranza operosa di una forte ricostruzione sociale e morale della nostra comunità, che deve ritrovare il senso profondo del vivere insieme con i valori antichi del Bene comune, che nei secoli ha fatto e mantenuto grande L’Aquila. Fraternità sociale, rispetto, impegno civico, etica delle responsabilità, cultura, creatività, attaccamento alla propria terra, amore per la propria storia e gratuita dedizione al bene comune sono gli ingredienti che disegnano il nostro futuro, il futuro dell’Aquila nuova, non solo più bella di prima, ma anche migliore di prima. Chiudo questo ricordo con questo forte senso di speranza e di futuro, il modo migliore per ricordare ed onorare le 309 vittime del terremoto dell’Aquila.

Grazie ancora e un forte abbraccio a tutti!


06 Aprile 2016

Categoria : Attualità
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