Pezzopane: “Piano straordinario lavoro domani a Berlusconi” – Rapagnà protesta per le case


L’Aquila – Cogliere al volo l’occasione, non perdere tempo in chiacchiere, pensare e formulare proposte realizzabili e non libri dei sogni o piagnistei inutili: concretezza. La Pezzopane irrompe nella visita ufficiale di Berlusconi, domani alle 16, e si fa sentire. “Presenteremo domani al presidente del Consigli dei Ministri Berlusconi il Piano straordinario per il lavoro, già inviati al Ministro Sacconi, ma su cui non abbiamo ancora avuto risposta”. Lo ha ribadito questa mattina la presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane, nel corso di una conferenza stampa sui temi del lavoro, tenuta questa mattina insieme all’assessore Ermanno Giorgi e al Dirigente Tiziano Amorosi.
Nel rilanciare i 10 punti sul lavoro la presidente è tornata anche sul caso COMPEL: “Riteniamo sbagliato l’atteggiamento dell’azienda. Inoltre torniamo a chiedere spiegazioni alla Regione sui 10 milioni di euro inseriti nel programma FAS proprio per il rilancio delle aziende che operano nel settore dell’elettronica in provincia dell’Aquila. Se i fondi nel FAS non ci sono più, allora vanno individuati altri strumenti”.
Nel corso della conferenza stampa è stata presentata anche l’agenda del lavoro dei Centri per l’Impiego 2010, un utile vademecum, in cui vengono illustrati i servizi offerti dai Centri della Provincia, date informazioni sulle normative relative agli ammortizzatori sociali, evidenziate le principali forme di lavoro. Nella guida sono inoltre offerti una serie di consigli utili per la redazione del curriculum vitae.

RAPAGNA’ – Anche il Movimento Mia Casa di Pio Rapagna ha qualcosa da dire a Berlusconi: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi, che torna in Abruzzo per consegnare le chiavi della ricostruzione, e il Commissario delegato e Presidente della Regione Abruzzo Dott. Gianni Chiodi, che le riceverà, “avrebbero” il dovere morale e politico di lanciare un messaggio di solidarietà e di speranza “anche” alle famiglie assegnatarie di alloggi pubblici, e spiegare, tra l’altro, per quali arcani motivi, dopo dieci mesi, la ricostruzione e la riparazione degli alloggi pubblici non è stata nemmeno avviata.
Purtroppo, buona parte delle 4.000 abitazioni di Edilizia Residenziale Pubblica, dentro e fuori del “cratere” sono state danneggiate, lesionate ed in parte irrimediabilmente distrutte.
Si doveva intervenire sin da subito per ripristinare l’agibilità e l’abitabilità degli alloggi classificati A-B e C, per ridare un tetto “certificato antisismicamente” alle famiglie sfollate: era questa la prima cosa da fare, utilizzando i 150 milioni di euro assegnati alla Regione Abruzzo e messi nella disponibilità del Presidente della Giunta Regionale in qualità di Commissario delegato, ma questo, incomprensibilmente, non è stato fatto!
Dal canto loro, sull’esempio dell’Umbria e del Friuli, anche la Regione Abruzzo, i Comuni dentro e fuori del famigerato cratere, le 5 ATER e tutte le imprese da anni operanti con le Pubbliche Isitituzioni su tutto il territorio regionale, invece di lasciare al completo abbandono e al degrado sociale ed economico un “prezioso patrimonio pubblico”, avrebbero “potuto e dovuto” intervenire immediatamente, concentrando tutte le forze disponibili e ogni “strutture” di servizio dei tantissimi “enti strumentali”, per restituire a migliaia di famiglie le loro abitazioni classificate A, B e C ed iniziare la ricostruzione “pesante” degli alloggi ed edifici pubblici classificati E”.


28 Gennaio 2010

Categoria : Economia
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