“Nessuno tocchi i soldi del Gran Sasso”
L’Aquila – Scrive Guido Liris di Forza Italia: “Gli stanziamenti destinati al Gran Sasso non vanno toccati! La città è stufa di un PD che promuove incontri turistici ed economici sullo sviluppo del Gran Sasso e poi, nella concretezza, presenta ordini del giorno per diminuirne gli stanziamenti di ben 1 milione e seicentomila euro. Il pretesto? Servono i soldi alla Cultura. Ben vengano i fondi per la Cultura, ma aggiuntivi e non sostitutivi. È un atteggiamento scandaloso quello del centro sinistra aquilano che, in maniera irresponsabile, mette gli aquilani l’uno contro l’altro. Non si può scegliere tra Istituzione Sinfonica Abruzzese e Gran Sasso, tra la Barattelli e il Gran Sasso, tra il Teatro Stabile Abruzzese e il Gran Sasso. È un atteggiamento scorretto e disonesto! Chi ama il Gran Sasso non desidera la morte della cultura aquilana ed abruzzese, chi desidera e lavora per lo sviluppo turistico ed economico della montagna aquilana non vuole la disoccupazione dei tanti operatori delle Istituzioni culturali aquilane ed abruzzesi. Chiedo agli aquilani di aprire gli occhi: ricordo che il centrosinistra aquilano ha dapprima boicottato il referendum sul Gran Sasso, poi ha stretto alleanze con quella parte degli ambientalisti, che in maniera integralista, lavorano contro lo sviluppo del Piano d’Area; successivamente ha blindato patti di maggioranza con Rifondazione Comunista barattando la sopravvivenza della consiliatura con la morte della montagna aquilana. Le prove? Gli esponenti del PD non si sono mai espressi ufficialmente sull’essere favorevoli o meno al collegamento Scintarella – Montecristo, le infrastrutture di Campo Imperatore sono a pezzi, la sostituzione delle Fontari è al palo, il Centro Turistico è agonizzante con prospettive nebulose per i dipendenti da sempre considerati di serie B. E intanto il centrosinistra sottrae 1,6 milioni di euro. È arrivato il momento per il centrosinistra e per il PD aquilano di gettare la maschera e di riconoscere pubblicamente il proprio fallimento, in particolar modo sul tema Gran Sasso, e la propria sudditanza psicologica, politica e amministrativa a D’Alfonso e al Partito Democratico costìero.
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