Cronaca: rapina, truffe, Sevel ferma, SEL e Fiat
PESCARA – Una gioielleria di via Venezia è stata rapinata questa mattina da una coppia molto abile, che aveva preparato accuratamente la propria “impresa”. I proprietari della gioielleria sono stati intercettati dai rapinatori mentre erano al bar per il caffè, e costretti ad aprire il negozio senza dare alcun allarme. Una volta dentro, i rapinatori hanno immobilizzato i gioiellieri e portato via merce per un ingente valore. Della cosa si è accorto, diverso tempo dopo, un passante, che ha dato l’allarme.
S.EGIDIO ALLA VIBRATA – I carabinieri hanno denunciato a S.Egidio alla Vibrata e nei dintorni 65 persone per presunte truffe e falsi in relazione a false assunzioni di personale di collaborazione domestica, in particolare badanti.
SEVEL – Anche lo stabilimento della Sevel di Atessa chiuderà i battenti dal 22 febbraio per due settimane, nel quadro delle decisioni della Fiat sul fermo di una gran parte della produzione automobilistica. Ed è proprio questo l’aspetto dedlla vicenda che preoccupa i sindacati di categoria, che contestano la decisione aziendale. La Sevel, dicono, produce veicoli commerciali, quindi non è nel settore automobilistico. Altri comparti Fiati, come la IVECO che produce camion, non sono interessati dal fermo. Perchè la Sevel sì? Nell’azienda abruzzese da più di un anno di perdono posti di lavoro e la produzione è quasi dimezzata nel corso del 2009.
SEL – “E’ assolutamente incomprensibile l’atteggiamento dell’ad della Fiat Marchionne che prima annuncia la divisione degli utili, per poi decidere la sospensione della produzione per 15 giorni su tutti gli stabilimenti Fiat. Lo scrive la Sinistra Ecologia SEL.
“Abbiamo motivo di credere che la mossa dell’ad sia soprattutto un tentativo politico che ha lo scopo di indebolire le rivendicazioni che emergono dalle organizzazioni dei lavoratori impegnate nella contesa con la direzione dell’azienda.
La Fiat da un lato licenzia proprio come è successo con i 38 operai di Pomigliano e i 16 di Termini Imerese, dall’altro distribuisce gli utili. Questo è uno schiaffo alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno perso il lavoro o che da tempo sono in cassa senza alcuna integrazione al reddito da parte dell’Azienda”.
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