Microzonazione: “Niente di allarmante” è la versione ufficiale, ma qualcuno dubita


L’Aquila – Questa mattina, presso la Guardia di Finanza, si è tenuta la conferenza stampa “La Microzonazione sismica per la ricostruzione nell’area aquilana”. La microzonazione è l’analisi del territorio di zona in zona, in piccole aree considerate una per volta. A presiedere la conferenza, il professor Dolce, il professore De Bernardinis e l’ingegnere Antenucci. ll progetto realizzto dal Dipartimento della Protezione civile e dalla Regione Abruzzo, ha coinvolto circa 150 ricercatori e tecnici di 9 Università italiane, di 8 istituti di ricerca, di 4 Regioni e 1 Provincia. Sinteticamente, i risultati fondamentali dello studio dellla conca aquilana sono, come era stato ampiamente anticipato: “Non vi sono porzioni significative di territorio nelle quali sia da escludere l’edificabilità”.
Una stretta fascia di territorio di qualche decina di metri degli abitati di Paganica e S.Gregorio è interessata da rotture superficiali e spostamenti relativi, collegati alla faglia attivatasi nel terremoto de 6 aprile. Per questa fascia sarà opportuno definire dei criteri di utilizzabilità, non previsti esplicitamente dalle norme vigenti.
Alle pendici del Monte Pettino è stata riconosciuta una faglia attiva che, tuttavia, non ha subito spostamenti in occasione dell’evento del 6 aprile. Non sono state riconosciute aree nelle quali le amplificazioni dovute alle condizioni geologiche sono particolarmente gravose, tranne che per la frazione di Castelnuovo, nel comune di San Pio delle Camere.
L’Aquila centro ha subito, durante l’evento, livelli di accellerazione del moto del sulo consistenti (0.2-0.35g). Non sembrano aver contribuito in termini di pericolosità, dissesti superficiali e la presenza di cavità. Condizioni locali possono aver determinato incrementi dell’azione sismica su singoli fabbricati e pertanto possono rendersi necessari ulteriori approfondimenti.
“Ci sono altre sedi dove ci si potrà confrontare” risponde drastico De Bernardinis allorchè gli viene fatto notare che ci sono 6-7 tecnici esperti, che avrebbero voluto quantomeno poter partecipare e, qualora fosse stato necessario, intervenire ma ai quali è stato negato l’accesso. Mossa discutibile, in un clima di sfiducia generale, poichè si tratta di argomenti di interesse collettivo, giustificata con un “c’è poco spazio, non si può far entrare tutti”. (M.N.)


28 Gennaio 2010

Categoria : Cronaca
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