Elezioni, primi barriti a destra e a sinistra
PIETRUCCI E LIRIS DANNO VIGORE AL PANORAMA PIATTO DELLA POLITICA AQUILANA –
L’Aquila – (G.C.) – Le elezioni per il sindaco evidentemente, costituiscono un ambìto target da centrare – nonostante il compito del futuro inquilino di palazzo Fibbioni appaia quanto meno difficile. Che le ambizioni siano già bollenti non si dice, ma si legge nei fatti.
Cominciamo dai partiti. Sono silenti e cimiteriali (al destra e al centro, se ne esiste ancora uno), e fanno pensare a lande desolate senza pensiero e senza visioni del futuro. Eppure, almeno a sinistra, i problemi che si prospettano sono rilevanti. Per esempio: che fare della Pe3zzopane e di Lolli. La prima non sarà più senatrice, visto che il Senato svanirà svuotandosi di compiti e prebende. Il secondo, pur bravo e attivo in Regione, verrebbe visto su misura come futuro sindaco. Cialente potrebbe aver concluso la carriera politica, il cursus honorum per lui è completo. Ma pensa di farsi da parte? Forse lo pensano (o lo auspicano) i suoi commilitoni di partito, ma lui… chi sa.
In questa situazione di piattezza e di manifesta inerzia mentale nelle stanze dei bottoni (almeno aquilane, tanto poi è Pescara che comanda), c’è chi sgomita e anche benino.
Pierpaolo Pietrucci ha causato una sorta di salutare sisma a ipocentro profondo nel PD, alzando la voce a Pescara e “fifacendo faccia” al Cristo Penocratore del partito, Luciano D’Alfonso. In nome della città e delle aree interne, in nome ha detto Pietrucci “della mia gente”. Il sdussulto ha avuto esiti. Il PD pare si sia svegliato inviando il suo segretario Rapino a L’Aquila. Il partito che in Abruzzo dovrebbe molto rottamare sarà costretto a farlo, alle grida di Pietrucci? E se costui mirasse proprio a farsi incoronare sindaco dell’Aquila? Tabnto, è giovane, e di tempo per Roma ne ha a iosa. E poi, prende i voti, tanti voti.
Voltandosi a destra, pare di tendere l’orecchio sul nulla. Non si muove una paglia, non vola una foglia.. Se dormono, non si sente neppure russare.
Una voce, e una sola, ogni tanto si leva, e spesso con efficacia: quella di Guido Quintino Liris Bisognerebbe essere tonti per non pensare che pensi di candidarsi sindaco. E che sgomiti già da tempo con tale obiettivo. Giorgio De Matteis sovente imbraccia il Kalashnikov e spara raffiche. Ma ha detto che non vuole fare il sindaco. Per ora, almeno, tanto risulta.
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