Le aree interne? Sviluppo e abitanti da 28 secoli


LA STORIA DA’ RAGIONE A LOLLI CHE LE RITIENE INDISPENSABILI ALLA REGIONER ABRUZZESE –

L’Aquila – (G.C.) – Giovanni Lolli ha detto in un’intervista che non esiste un futuro regionale senza lo sviluppo delle aree interne. Ha ragione e parla con saggezza. Anzi, si può aggiungere che non esiste neppure un presente, ma soprattutto non è esistito un passato abruzzese senza aree interne., A consolidare tale verità sono le più recenti scoperte archeologiche. Dalle ombre antichissime dei secoli vengono conferme indiscutibili di una coesione sociale, culturale, economica della nostra regione.
In Abruzzo la gente vive e progredisce da almeno 28 secoli, trascurando la preistoria.
Esistono evidenze archeologiche di insediamenti progrediti e in contatto tra loro in tuttas la regione, lungo le coste e trta le montagne interne. In particolare due zone – la Marsica e l’Aquilano – furono sedi di popolazioni importanti e risalenti al nono o ottavo secolo avanti Cristo. Lo dicono la ricerche archeologiche. Tali aree avervano rapporti e scambi con la costa.
In particolare, nell’Aquilano emerge un elemento storico in più: tra l’antica città di Amiternum e la città aquilana c’è una continuità storica fino ad oggi sospettata, intuita dagli studiosi, ma oggi dimostrata da recenti scavi. Amiternum sopravvisse in epoca cristiana fino alla fondazione dell’Aquila, nel 1200. Presso Amiternum è stata scoperta una “insula episcopalis”, cioè un complesso ecclesiastico, del quarto-quinto secolo, risalente al declino di Amiternum e durato fino alla fondazione dell’Aquila. La prova della continuità tra la città sabina e romana, e la città medievale fondata dagli Svevi.
Tirando le somme e partendo dalla necropoli di Fossa, o dalla presenza originaria sabina tra Barete e i dintorni, ottavo secolo avanti Cristo, vengono fuori ben 28 secoli di ininterrotti di insediamenti evoluti e popolosi nell’area aquilana.
Un bel sostegno dagli abissi del tempo per chi sostituirne, come Lolli, che delle aree interne non si può, oggi come 28 secoli orsono, fare a meno nel territorio abruzzese.
Se la storia conta qualcosa (forse molti politici la ignorano, ma esiste), ci dà una mano ad essere m,meno settari, ottusi e sprovveduti.


13 Marzo 2016

Categoria : Attualità
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