L’Aquila pianga se stessa e cambi tutto e tutti
Un indizio non è una prova, ma diversi indizi diventano prove. Non sarà un caso che L’Aquila oggi pianga due madornali errori del suo passato politico: il maxiparcheggio di Collemaggio e la mai nata metropolitana di superficie. Per l’uno e per l’altra il Comune, alla fine, dovrà pagare montagne di quattrini che potrebbero ridurlo sul lastrico. Il maxiparcheggio non è mai servito a nulla, nessuno lo ha mai voluto usare davvero e alla fine il terremoto lo ha sconquassato. Restano i debiti di una dissennata vicenda che dura da decenni. Per la metro, bisognerà solo pagare, e tenersi i binari mai usati. L’Aquila pianga se stessa e il suo disastroso passato, la sua abissale incapacità di gestirsi e di crescere. O soltanto di essere normale. Ma soprattutto cambi tutto e tutti, rinasca non dalle macerie, ma dal proprio masochismo. Chi le vuole bene, se ne esiste ancora qualcuno, le augura solo di diventare un’altra cosa.
Non c'è ancora nessun commento.