Una giustizia che lo Stato e la politica non vogliono efficiente ed efficace


L’Aquila – IL RINVIO DEL PROCESSO A BERTOLASO OFFENDE I CITTADINI MA E’ L’ENNESIMA PROVA DI UN MALE CHE NESSUNO CURA –
Il giudice che ieri ha rinviato a giugno l’atteso processo a Bertolaso in rfelazione alle vittime del terremoto aquilano ha circa 1ooo processi per delitti da giudicare, e dei ruoli rigidi da rispettare. Centinaia di altri casi riguardanti contravvenzioni e reati minori sono spesso affidati a giudici onorari. Ma la mole di lavoro rimane enorme e forzatamente ancorata ai ruoli: non si può celebrare un processo anteponendolo agli altri.
Un rinvio, in Italia, non interrompe i termini di prescrizione dei reati, se non in casi particolari dovuti a malattie o altri impedimenti. Ecco che l’incubo prescrizione incombe sul processo Bertolaso, come su tanti altri, senza poterlo evitare. Naturalmente, accade solo in Italia: altrove non è così.
Due osservazioni che portano ad una conclusione: la giustizia non può funzionare, non risulta efficace per i cittadini, ma impastoiata, lenta, onerosa, distante dalle esigenze della gente e anche dai diritti democratici. Come dire che è lo Stato a non volere che funzioni, è la politica colpevole consapevole e inerte. Il caso Bertolaso è eclatante, ma non certo l’unico.
In queste ore Berlusconi va dicendo in campagna elettorale che il candidato sindaco a Roma Bertolaso ha risolto i prolemi dei rifiuti a Napoli e i problemi del post-terremoto in Abruzzo. Non dice che il candidato è sotto processo a L’Aquila. Non dice che la giustizia è paralizzata e inefficace, stavolta come tante altre. Non dice che se lo è, è anche colpa sua, visto che ha governato decenni senza cambiare una virgola. Potrebbe accusare i suoi successori di non averlo fatto neppure loro, ma non lo fa. Al potere italiano conviene che i processi non si tengano o finiscano prescritti magari per una notifica irregolare o tyardiva, o per prescrizione. Il potere che fu di Berlusconi e oggi è di altri, che tagliano tribunali anziché potenziarli.
Gli aquilani chiedono solo che vi sia un processo, non la forca o una condanna ad ogni costo. Non ottengono che delusioni una dopo l’altra, unica risposta dello Stato. In Inghilterra un processo si apre dopo un anno al massimo, e si chiude anche. Qui siamo ai decenni e alle ingloriose conclusioni a colpiu di ritardi e prescrizioni.


05 Marzo 2016

Categoria : Attualità
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.