Tordera, un difficile lavoro, ma ce la farÃ
I PROBLEMI DELLA ASL NON SI RISOLVONO CERTO TAGLIANDO REPARTI E STRUTTURE DI ECCELLENZA –
L’Aquila – (G.C.) – Un banchiere signore dai tratti e dai modi distinti, ma non solo quelli. Rinaldo Tordera, manager della ASL 1 (la provincia dell’Aquila è il suo territorio) che ha incontrato prima della nomina ostacoli e avversità nella sua città più che altrove (il masochismo e l’ottusità in politica sono spesso la regola), ha lasciatio in tutti un ricordo di professionalità manageriale e di umanità . Bravo, lo sanno tutti da sempre, nel suo metiere, ma non solo. Basta ricordare che fece della Cassa di risparmio la vera banca degli aquilani, ma anche una sede culturale aperta alla gente. Indimenticabiler la mostra archeologica notturna nei saloni della sede centrale. Un omagio raffinato e colto alle radicei millenarie di questo angolo d’Abruzzo, abitato da gente evoluta fin dal nono secolo prima di Cristo.
Oggi Tordera occupa un ponte di comando che scotta, in un momento che scotta ancora di più. La sanità è sforbiciata e munta di r5isorse, al centro di lotte di potere e manovre politiche, carrierismi mai morti, baronìe mediche sopravvissute. La prima cosa da dire con forza è che i conti non si risanano tagliando eccellenze (pneumologia, oculistica e chi sa cos’altro), ma controllando le spese, risparmiando dove si spreca, amministrando con saggezza, premiando i bravi e oscurando i non bravi. Cacciando ovviamente la politica, o meglio la malapolitica, la stessa che voleva forse pilotare scelte per lucrarne vantaggi domani. La sanità della provincia aquilana ha grandi bisogni, va rispettata e potenziata, resa più efficiente e meno costosa. Ma è la sanità di un grande territorio montano e pieno di anziani. Chi pensa di sforbiciare alla cieca, magari umiliando persone (medici e non medici) che hanno dato tutto per tutti coloro che ne hanno avuto bisogno, sbaglia. Certamente, Tordera non la pensa così.
E la gente? Semplice e genuinamente demagogica: in Regione pensino prima a tagliarsi stipendi da satrapi e emolumenti d’oro. Poi a risparmiare sulla salute. Ha torto chi la pensa così? No, ha torto chi da quell’orecchio non ci sente.
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