La guida operativa per rendiconti finanziari


La stagione dei bilanci ha ormai avuto inizio e, in concomitanza con questa fondamentale scadenza per le imprese, si è tenuto a Milano il “VII Forum sul Bilancio” presso il Grattacielo della Regione Lombardia.
Tra le novità editoriali, che hanno reso oltremodo interessante e utile il citato Forum, si segnala il libro di Francesco Lenoci e Enzo Rocca “Rendiconto Finanziario”, Wolters Kluwer, 2016.
Con l’approvazione in via definitiva, il 6 agosto 2015, del D.L. n. 139/2015 di attuazione della direttiva 2013/34/UE, il rendiconto finanziario è diventato obbligatorio a partire dai bilanci relativi agli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2016. Oltre allo stato patrimoniale, al conto economico e alla nota integrativa, il bilancio di esercizio accoglie quindi il prospetto che rappresenta la situazione finanziaria della società (art. 2423, comma 1, c.c.).
La novità riguarda le grandi imprese che non abbiano emesso titoli quotati sui mercati regolamentati europei. Per quest’ultime, infatti, la presentazione è obbligatoria dal bilancio 2005 per effetto del D.Lgs. 28 febbraio 2005, n. 38 che ha previsto per tali imprese l’utilizzo dei principi contabili internazionali.
Sono, invece, escluse dalla redazione del rendiconto le piccole imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata, ossia quelle che, nel primo esercizio o successivamente per due esercizi consecutivi, non superano due dei seguenti limiti: 50 dipendenti occupati in media durante l’esercizio, 4,4 milioni di euro di totale dell’attivo e 8,8 milioni di euro di ricavi da vendite e prestazioni. Tra queste è inclusa la nuova categoria delle “micro-imprese”, esonerate anche dalla redazione della nota integrativa e della relazione sulla gestione qualora nello stato patrimoniale siano già presenti determinate informazioni.
Dal rendiconto devono risultare, come prescritto dal nuovo art. 2425-ter, “Per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi finanziari dell’esercizio, derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese le operazioni con i soci”.
L’obiettivo è quello di evidenziare le variazioni delle disponibilità liquide di un’impresa durante un determinato periodo, consentendo di valutare la sua capacità di generare flussi finanziari positivi, di far fronte alle obbligazioni e di distribuire dividendi. Il documento permette, inoltre, di comprendere i motivi della differenza tra risultato dell’esercizio (utile o perdita) e variazioni della liquidità evidenziando gli effetti sulla posizione finanziaria dell’impresa della gestione operativa, dell’attività di investimento e di quella di finanziamento effettuate nel periodo di riferimento.
Il rendiconto finanziario include tutti i flussi finanziari delle disponibilità liquide rilevati nell’esercizio, classificati in relazione alla tipologia o alla natura dell’operazione che li ha generati, ossia tra gestione reddituale, attività di investimento e attività di finanziamento, e presentati in questa sequenza.
La variazione positiva o negativa delle disponibilità liquide avvenuta nel corso dell’esercizio si determina dalla somma algebrica dei flussi finanziari delle tre categorie. Non è consentita la compensazione tra flussi finanziari, sia nell’ambito della stessa categoria sia tra categorie differenti, in quanto nettare i flussi finanziari di segno opposto può mutare significativamente la rappresentazione. Questo significa, ad esempio, che gli incassi e i pagamenti connessi alla compravendita di immobilizzazioni materiali sono esposti separatamente, rispettivamente, come investimenti e disinvestimenti.
L’aggregato relativo alla gestione reddituale include i flussi dalle principali attività generatrici di ricavi e dalle altre attività che non siano né di investimento né di finanziamento. Si tratta di incassi e pagamenti relativi alla produzione e distribuzione di beni e alla fornitura di servizi. La variazione di liquidità generata dalla gestione reddituale può essere determinata o con il metodo diretto, evidenziando direttamente i flussi finanziari, o con il metodo indiretto, rettificando l’utile o la perdita d’esercizio riportata nel conto economico, con l’obiettivo in quest’ultimo caso di trasformare le componenti economiche in variazioni di liquidità.
I flussi inclusi nell’attività di investimento derivano dalle attività di acquisizione e di dismissione di immobilizzazioni materiali (ad esempio, fabbricati, impianti e attrezzature) e immateriali (brevetti, marchi, ecc.), nonché dalle attività finanziarie immobilizzate e non immobilizzate (partecipazioni e altri titoli, inclusi quelli di Stato e le obbligazioni).
Sono rappresentate tra le attività di finanziamento le operazioni sul capitale di rischio e sul capitale di debito. Si tratta, quindi, di rilevare i flussi da cui derivano variazioni nell’entità e nella composizione del patrimonio netto e nell’indebitamento dell’impresa. Ad esempio, l’emissione di azioni o di quote rappresentative del capitale di rischio, il pagamento dei dividendi e l’emissione o il rimborso di prestiti obbligazionari.
Il libro di Francesco Lenoci e Enzo Rocca è idealmente diviso in quattro parti:
• la prima parte (capitoli da 1 a 8) illustra la disciplina e le tecniche di redazione del rendiconto finanziario vigenti a livello internazionale (US GAAP e IAS/IFRS) adottate dalle imprese del nostro Paese (non quotate in Borsa e quotate) sulla base di principi contabili nazionali elaborati da Assonime, Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri, Organismo Italiano di Contabilità (OIC 12), nonché delle Autorità di vigilanza;
• la seconda parte (capitoli 9 e 10), fornisce una metodologia ragionata per la predisposizione del rendiconto finanziario individuale e consolidato ai sensi dell’OIC 10;
• la terza parte (capitolo 11), concerne l’utilizzo del rendiconto finanziario a fini gestionali. Il rendiconto finanziario è uno strumento assolutamente necessario per il controllo finanziario e, quindi, al fine di conoscere: come si è finanziata l’impresa; se le risorse finanziarie sono investite ed utilizzate in modo ottimale; qual é il fabbisogno finanziario in relazione all’attività presente e futura dell’impresa; quali sono le fonti di finanziamento più convenienti;
• la quarta parte (capitolo 12) mostra, con riguardo a 5 casi reali, come le informazioni finanziarie vengono utilizzate dalle banche ai fini della valutazione del merito creditizio.

Arricchiscono il libro di Francesco Lenoci e Enzo Rocca: tanti esempi di analisi per flussi e per indici, selezionati tra la prassi più recente e proposti quali model solution; 5 casi, formulati in maniera tale da risultare dei validi practice aid, sia per chi deve redigere, sia per chi deve interpretare il rendiconto finanziario.
Completa il libro di Francesco Lenoci e Enzo Rocca l’allegato CD che, con riferimento all’OIC 10, consente di: predisporre lo stato patrimoniale riclassificato; predisporre il conto economico riclassificato; inserire e raccordare le rettifiche patrimoniali, reddituali e finanziarie; ottenere il rendiconto finanziario.


14 Febbraio 2016

Categoria : Economia
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