Politica: menzogne e pretesti malcelati con autoesaltazione
LE BUFALE: GRANDE PESCARA, L’AQUILA CAPOLUOGO E ORA I PEDAGGI -
L’Aquila – La politica non riesce a farsi stimare, in Abuzzo, tra menzogne, rinvii sine die, autentiche pantomine ed equilibrismi che a molti appaiono oghni giorno più deludenti.
Come facciamo ogni tanto, incontrando apprezzamento nei lettori, riportiamo alla luce temi e argomenti che dimostrano quanto affermiamo.
GRANDE PESCARA – Nonostante una chiara volontà popolare, la creazione della nuova città unendo Pescara a Montesilvano e Spoltore rimane sulla carta. Da Telkeluciano – il notiziario tv della Regione in cui D’Alfonso domina incontrastato – si apprende che sì, la giunta dalfonsiana vuole procedere, ma occorre tempo. Tanto tempo: 18 o 24 mesi almeno, ha detto il presidente. Come dire che di onde sulle rive pescaresi dovranno infrangersene ancora milioni.
L’AQUILA CAPOLUOGO – La legge per L’Aquila capoluogo è nient’altro che una menzogna propalata da oltre dieci anni, strombazzata, annunciata e riannunciata, e sempre insabbiata. La politica rifila ogni tanto qualche zuccherino ai maggiorenti aquilani, al PD aquilano, ma non cava un ragno dal buco. I centri di potere, che sono tutti e sempre a Pescara, la pensano ben diversamente, a cominciare dalle teste pensanti e decidenti.
PEDAGGI – L’ultima pantomima è lìimpegno di chi conta o crede di contare per ridurre gli aumenti dei pedaggi autostradali, che in pochi anni hanno superato il 14%. Sono legittimamente applicati dflla concessionaria, e non c’è da fare nulla. Se la politica fosse onesta, direbbe: rassegnatevi e aspettate il prossimo rincaro alla fine del 2016. Invece mente e tergi serva, compie equilibrismi meschini, sproloquia di tavoli e confronti, appelli al ministro e proposte. Non si accorge della propria pochezza, spera solo che non se ne parli più. Cosa che puntualmente verso marzo o aprile, avviene. E chi s’è visto, s’è visto…
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