Sentenza “dirty soccer”, è finito il supplizio di Stato…
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Poteva anche andare peggio (o non succedere affatto..) ma in ogni caso per L’Aquila adesso comincia un altro campionato.
Perrone e i ragazzi hanno dimostrato gran forza d’animo, partendo già con la minaccia incombente e resistendo al peso dell’incertezza. Ieri a Pontedera il primo vero tassello per sostenere la risalita; una gara vinta malgrado l’arbitro nel concedere il rigore sacrosanto ai rossobleu abbia inghiottito il regolamento che prevede
l’espulsione del portiere reo di un fallo come quello visto ieri, permettendo ai toscani di giocarsi la gara in parità numerica. Altro che pali e traverse, come se le azioni create dai rossobleu, capaci di fare il 2 a 1 con un uomo fuori per infortunio, fossero bruscolini.
Comunque bene o male questa storiaccia è finita, alla faccia di chi per anni ha pensato solo ad intonare peana a chi non avrebbe mai dovuto entrare dentro le “mura cittadine”. Sarebbe il momento di togliersi i famosi sassolini dalle scarpe, che poi in realtà sono macigni, ma nel mio piccolo, dopo oltre 50 anni di pane e pallone, me li son tolti da un pezzo ( carta canta, anche se on/line…) , magari attirandomi anche qualche (altra) antipatia di cui poco mi cale, ed allontanandomi dallo stadio, con grandissima sofferenza, per non condivedere con qualcuno neppure l’aria da respirare.
E troppo comodo adesso dire che nessuno poteva prevedere ecc. ecc.
A Perrone, ai ragazzzi e al ds Battisti ( ed agli impagabili “ultrà ”) un grandissimo in bocca al lupo per “l’inizio” del campionato.
p.s. – Un consiglio, neppure affettuoso ma solo pratico. Invece di ispirarsi ai numeri del lotto, descrivere tattiche astruse o cercare di spiegare teoremi, chi si occupa di calcio dovrebbe, a mio modestissimo avviso, seguire almeno un paio di sedute di allenamento durante la settimana, capire (o almeno provarci anche se non è facile) chi è in forma e chi è “cotto”, guardare chi è più stuzzicato dal mister e altre “sciocchezzuole” del genere. In questo modo la formazione che scenderà in campo sarà chiara come la luce del sole, e si eviterà lo stupore che traspare molto spesso al momento dei resoconti.
Franco Taccia
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