Tra “merla” e Candeloram tempo sempre anomalo
L’Aquila – Le temperature in Abruzzo sono da due o mtre giorni decisamente al sopra dei 20 gradi, cioè su valori massimi che il linguaggio comune definisce primaverili. Un nodo di dire che bisognerà modificare, parlando di valori… anche invernali. Infatti siamo nel cuore dell’inverrno, anzi siamo ai giorni detti della merla: dovrebbero essere i più gelidi e nevosi dell’anno. Invece, fioriscono le piante, ma del resto è avvenuto anche a gennaio,m quindi nessuno stupore.
Alla Candelora, il 2 febbraio, secondo la saggezza dei vecchi nell’alta Valle dell’Aterno e altrove, guardamoci intorno: se piove e tira vento, dall’inverno siamo fuori, se c’è “sole soletto” nell’inverno “siamo dentro”.
Per la verità, di inverni tiepidi e poco nevosi ce ne sono sempre stati, e la grande nevicata del 1956 che colpì tutta Italia (mezzo metro di neve persistente anche a Roma) cominciò a fine febbraio dopo un inverno mite. L’Aquila rimase sepolta da un metro e mezzo di neve fino ad aprile. Nel Molise si arrivò a sette metri di neve a Capracotta. A Rimini i ristoranti mostrano foto della città con un metro di neve. E così via. C’è un dettaglio non secondario: allora non si scioglievano i poli e i ghiacciai, come avviene adesso. Dunque, abbiamo poco per consolarci. Che la natura ce la mandi buona, anche se noi non lo meritiamo affatto. Il fenomeno di El Nino che sta imperversando nel Pacifico ha cambiato anzi stravolto , le stagioni, e nessuno scienziato tranquillizzante (ce ne sono, sono dispensatori di camomilla e soporiferi a forti dosi) può negarlo.
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