Chirurgia obesità, Sulmona all’avanguardia
Sulmona – Pazienti con età 18-60 anni: 400 sono donne.
Sotto i ferri, per smaltire l’adipe, anche soggetti con peso superiore ai 200 kg.
Massiccio flusso (70%) di malati da fuori regione: Lazio soprattutto, a seguire Calabria, Campania e Puglia.
SULMONA – L’ospedale di Sulmona ottiene, unico in Abruzzo, il riconoscimento di centro altamente specializzato dalla società italiana della chirurgia dell’obesità (Sicob). Un’investitura che premia una lunga attività, iniziata nel 2010 e che, a suon di risultati, ha conquistato ormai ampie fette di utenza da regioni del centro-sud (in primis il Lazio e, più staccate, Puglia, Campania e Calabria, equivalenti al 70% dell’utenza complessiva). Il riconoscimento da parte della Sicob è arrivato nei giorni scorsi, il 18 gennaio, come premio al lavoro, avviato nel 2010. Effettuati complessivamente interventi su 605 pazienti con la chirurgia laparoscopica: piccoli ‘buchi’ anziché apertura totale dell’addome, con meno sofferenza per il malato, degenze più brevi e recuperi più veloci. Per avvalersi del servizio ci si prenota al Cup e da quel momento inizia il percorso fino all’operazione chirurgica. Gli oltre 600 soggetti, operati nell’arco degli ultimi 6 anni, erano affetti non da semplice sovrappeso (che resta al di fuori del trattamento chirurgico e che si fronteggia con diete e altro) bensì dall’obesità patologica, quella che arriva fino a 200 e (oltre) chilogrammi e che abbassa drasticamente la qualità di vita del paziente. La massa patologica in eccesso di adipe (quantificata da parametri basati sul rapporto tra altezza e peso) rende il paziente ad alto rischio di malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione; richiede dunque un apparato ospedaliero che comprenda, oltre alla chirurgia, i reparti di rianimazione, Utic e centro trasfusionale. In aggiunta, è necessario un pool di specialisti, adeguatamente formati in centri d’eccellenza, composto nutrizionista, pneumologo, cardiologo, anestesista-rianimatore, endoscopista, psicologo, neurologo, diabetologo, angiologo e endocrinologo. Tutti requisiti di cui l’ospedale di Sulmona è in possesso e che, unitamente all’alto tasso di difficoltà degli interventi chirurgici effettuati, gli hanno fatto guadagnare il riconoscimento. Da rimarcare un dato importante: l’assenza di decessi in 6 anni di attività: fatto rilevante perché gli obesi patologici, rispetto ai pazienti ‘ordinari, corrono un pericolo 10 volte superiore di arresto cardiaco. La chirurgia antiobesità del presidio peligno, di cui è responsabile Paolo De Meis e che si svolge nell’ambito della chirurgia generale diretta da Maurizio Tempesti, fa persino meglio di ciò che chiedono i severi requisiti Sicob: circa 100 interventi l’anno a Sulmona (rispetto ai 50 minimi richiesti) e una gamma di trattamenti superiore a quella indicata dalla Sicob. A Sulmona, oltre al pallone intragastrico (collocato nello stomaco per dare un senso di riempimento), viene praticato bendaggio gastrico (che rallenta la frequenza di assunzione di cibo e che registra il più alto numero di interventi 243), la plicatura gastrica (riduzione del volume dello stomaco), sleeve gastrectomy (volume gastrico ridimensionato e ‘modellato’ come un tubulo) e il by-pass gastrico. Età dei pazienti 18-60, i due terzi (quasi 400) sono donne. “Siamo l’unico ospedale in Regione”, dichiara De Meis, “ad aver avuto la certificazione della Sicob che rappresenta un premio alla qualità del lavoro svolto e alla sinergia che ha unito reparti e servizi dell’ospedale”
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