Villani, il signore del sorriso aquilano popolare
IL SUO TEATRO HA ARRICCHITO LA CITTA’ SENZA CHIEDERE MAI NULLA, SOLO AFFETTO E SIMPATIA –
L’Aquila – Occhi azzurri malandrini, chioma bionda, un sorriso a 32 denti attorile, ma non da teatro; da cinema. Franco Villani, trasmigrato altrove – come abbiamo con commozione riferito ieri – ha dato alla sua città tutto il bene di cui era capace, accanto alla sua Rossana Crisi e ai suoi attori-amici. Per 60 anni. Da quando, appunto, era un nervosdo studentello e poi anche un onesto commerciante. Già , l’onestà del galantuomo, dell’uomo di cuore e di spettacolo, il signore del sorriso aquilano genuino e popolare. Dialttale senza mezzi termini, spontaneo, sempre e solo se stesso.
Villani e i suoi del Gruppo, la sua autrice Rossana, l’amore per la città anche e soprattutto quando, dopo il 2009aveva più lacrime che applausi. L’Aquila abituata a istituzioni culturali costose, assetate di sostegni e contributi, onerose, affollate da dipendenti e dirigenti, sempre in crisi, avvezze a volare alto a spese dello Stato, della Regione, degli enti. Non sempre capaci di ‘produrre risultati vicini alle esigenze della gente comune. Il teatro greco era gratuito e sempre affollato. Oggi le cose vanno molto diversamente. Carriere, politica, spartizioni di potere. La cultura costa, ma soprattutto ad alcuni rende.
Franco Villani e i suoi hanno servito umilmente la cultura popolare, hanno dato un esempio luminoso e forse per questo indigesto ad alcuni. Ora L’Aquila pulita e onesta dia un segnale, onori un suo esemplare cittadino, un llimpido protagonista della vita culturale, al quale nessuno – diciamo nessuno – del mondo culturale e ufficiale ha dedicato ieri una parola. La Pezzopane ha parlato di dolore, ed ha usato il termine giusto. L’Aquila e la cultura ufficiale, come sempre, hanno saputo fare ciò che a loro riesce meglio: non esserci. Con Franco, signore del sorriso, sorridiamo e diciamogli – noi gente comune – grazie. Te ne sei andato, caro Franco, insieme con Ettore Scola. Vogliamo leggere qualcosa in questa coincidenza. Piacerebbe a te, non dispiacerebbe a lui, un altro quasi abruzze4se di cui l’Abruzzo (come per Gabriele Ferzetti) non ha saputo dire una sillaba. Non sempre i silenzi sono sintomo di saggezza. Talora sono prova di pochezza.
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