Quell’aeroporto in Val di Sangro
(di Stefano Leone – foto aerea di Massimo Leone)
Pescara – Era da tanto che non si sentiva più ma la proposta è tornata in auge. Costruire il nuovo aeroporto d’Abruzzo in Val di Sangro. Insomma, delocalizzare, (come tanto piace dire ultimamente per qualsiasi cosa per la quale viene pensato di cambiare luogo), l’attuale scalo per costruirne uno in altro luogo. Da almeno venti anni a questa parte, ogni tanto si fa giorno e qualche gallo canta. Le motivazioni sono varie e svariate ma quasi sempre lo stesso ritornello. Con qualche variante per ogni volta che la cosa viene proposta. Come se i vincoli per costruire, i problemi legati alla sicurezza, i temi dell’inquinamento acustico e ambientale, all’improvviso risorgono da pratiche sopite da anni nei cassetti e tornano imperiosamente a tenere banco. Le proposte arrivano sempre dalla sponda pescarese e, la questione, è particolarmente curiosa. Perchè? Perchè tre quarti del territorio sul quale insiste l’Aeroporto d’Abruzzo, è territorio del comune di San Giovanni Teatino e, da questa sponda tutto tace. Tutto tace anche dalle parti della Val di Sangro, pur essendo zona fortemente “ferrata” sotto il profilo di padri putativi politici di peso. Segno evidente che la questione aeroporto non è questione appetibile. Comprenderne i perché sarà difficile ma prima o poi verrà fuori. Così come dovrà venire fuori l’eventuale pensiero, al riguardo, degli amministratori del comune di San Giovanni Teatino che, vedendo il proprio territorio liberato dall’ingombrante presenza della infrastruttura aerea, potrebbe mettere in moto nuove sibilline battaglie per la preziosa fascia di territorio fra l’Asse Attrezzato e la Tiburtina. Si vedrà. Tanto tempo fa le fiabe iniziavano con “C’era una volta…”. Oggi sappiamo che iniziano tutte con “Se sarò eletto…”
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