Inchiesta ricostruzione, la Pezzopane spinge


“CHIEDERO’ CHE LA MIA PROPOSTA VENGA MESSA SUBITO ALL’ODG”.

L’Aquila – “Ho depositato la proposta di legge n. 2151 per istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla ricostruzione dell’Aquila e del cratere e alla riapertura dei lavori parlamentari chiederò la rapida messa all’odg della proposta di legge.

Concordo con il segretario regionale dell’IDV Lelio de Santis sulla necessità di fare chiarezza sul processo di ricostruzione a L’Aquila e nel cratere, soprattutto durante la primissima fase emergenziale. E sono preoccupata da alcuni articoli usciti sulla stampa nazionale dove si preferisce dare un giudizio, anche sommario, piuttosto che capire cosa sia successo realmente. Un misto di qualunquismo e disinformazione, che appanna il processo di ricostruzione, proprio ora che finalmente sta andando spedito”.

Lo dichiate la senatrice aquilana del Partito democratico Stefania Pezzopane, prima firmataria di un disegno di legge già depositato a inizio dicembre, a palazzo Madama.

“A quasi sette anni dal sisma, la ricostruzione in centro storico sta prendendo piede e le tante gru testimoniano il cambio di passo rispetto al passato.

In assenza di una legge che prevedesse regole certe per la ricostruzione, a cui si sta cercando di dare risposta con il ddl 1960, di cui sono la prima firmataria, le maglie della legalità e della trasparenza procedurale e amministrativa sono state più ampie del solito ed è lì che si è manifestato qualche episodio di corruzione, ma soprattutto il malaffare della malavita organizzata ha puntato gli occhi e ha trovato humus fertile, arginato dall’opera delle forze dell’ordine, della magistratura e degli enti locali.

Pertanto uno dei primi compiti che si intende affidare alla Commissione è di verificare i motivi che hanno indotto a non intervenire con una legge per la gestione dell’emergenza e della ricostruzione, in modo da sostituire presto il ricorso ad ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e se un simile modus operandi abbia potuto inficiare la regolarità delle procedure di assegnazione degli appalti e dei subappalti pubblici legati alla ricostruzione, le attività di controllo e di monitoraggio relative a tali assegnazioni, nonché il grado di infiltrazione di associazioni malavitose nelle opere di ricostruzione.

Altro filone d’indagine sarà la gestione delle risorse stanziate per fare fronte all’emergenza, con particolare attenzione all’eventuale distrazione o cattiva gestione delle stesse. In particolare la Commissione dovrà far luce sull’impiego dei fondi previsti dal decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito dalla legge 24 giugno 2009, n. 77; e sulla gestione di altre risorse, come ad esempio i famosi fondi Meloni, Giovanardi, quelli per la messa in sicurezza delle scuole nel cratere, quelli Anas per le ferrovie, i fondi per la ricostruzione e quelli dell’assicurazione dell’ospedale San Salvatore. Risorse che nel magma delle rimodulazioni hanno imboccato altre vie.

La Commissione dovrà chiarire le ragioni che hanno indotto i governi dell’epoca ad optare per la soluzione delle new towns e di verificare se tale soluzione abitativa fosse adeguata alle reali esigenze della popolazione, o se si sono seguiti altre strade e altri interessi. Ancor più urgente la necessità di far luce, anche sulla base delle indagini giudiziarie in merito, sulle carenze strutturali dei complessi cosiddetti antisismici, sulle tipologie costruttive in relazione all’uso e ai costi sostenuti, verificando le responsabilità nell’uso di materiali scadenti e di carenze di progettazione e dei costi aggiuntivi che essi oggi comportano per lo Stato e per il Comune di L’Aquila.

Si tratta, dunque, di ricostruire quanto avvenuto a L’Aquila nel periodo della gestione commissariale, per accertare al di là della responsabilità penali individuali, su cui indagherà la magistratura, le responsabilità dei funzionari dello Stato, dalla Protezione Civile e adottare tutte le iniziative necessarie per far chiarezza su tutta la vicenda.

La Commissione sarà bicamerale, composta da dieci senatori e da dieci deputati, rinnovabile dopo 2 anni, e come vuole la legge avrebbe gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria.

Su alcune questioni non ci sono risposte ed è bene che si faccia luce sulle tante zone d’ombra”.


11 Gennaio 2016

Categoria : Politica
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