10 proposte per uscire dall’emergenza lavoro


L’Aquila – Un piano straordinario per il lavoro, per far fronte all’emergenza occupazionale nel territorio della provincia dell’Aquila, sarà presentato dalla presidente della Provincia Stefania Pezzopane al Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.
Dieci proposte di interventi per il rilancio dell’economia del territorio:
1) Nel decreto è prevista la stipula di Accordi di Programma. Questa è l’occasione buona per farne decollare alcuni, su cui ci siamo spesi da tempo. Come quello per la Valle peligna e l’Alto Sangro, per la Micron e per il comprensorio aquilano.
2) Mai più consorzi industriali commissariati, causa solo di lungaggini burocratiche e di immobilismo. Siano dati in mano a persone di alta professionalità e affidabilità, capaci di politiche innovative rivolte ai giovani.
3) La ricerca deve essere riconosciuta come priorità. In questo contesto le professionalità come quelle di Technolabs vanno assolutamente valorizzate. Non si può più consentire a qualche imprenditore spregiudicato di proseguire la politica del “mordi e fuggi”. Su questo la Regione e il Governo hanno il dovere di assumere impegni precisi, mantenendo fede alle assicurazioni date dal Ministro Scajola, che prima delle elezioni, a L’Aquila, si proclamò garante del rilancio industriale.
4) Su Finmek L’Aquila e Sulmona, come su altre aziende da tempo in cassa integrazione, va trovata una soluzione industriale concreta e definitiva.
5) Anche per la Reiss Romoli vanno accelerati i tempi e va chiuso subito l’accordo con Telecom.
6) Va rilanciato il ruolo di Abruzzo Engineering. Il progetto della banda larga è quanto mai necessario per consentire le comunicazioni nei piccoli centri, a partire da quelli del cratere. Il centro storico dell’Aquila potrebbe diventare un laboratorio ad alta tecnologia, dotandolo finalmente di reti potenti.
7) Potenziare i call center, individuando una mission aggiuntiva, di utilità sociale. Nei giorni dell’emergenza è emersa sempre con maggiore evidenza la necessità di fornire informazioni utili ai cittadini. A L’Aquila e in provincia esistono professionalità in grado di offrire questi servizi, che potrebbero compensare il “calo” di commesse, troppo spesso usato come espediente per chiudere i battenti.
8) Incentivare il ricorso all’energia sostenibile, come stanno già facendo altri paesi del mondo. Questo consentirebbe anche la nascita di nuove imprese, la creazione di nuovi lavori, su cui soprattutto le giovani generazioni potrebbero investire.
9) Modificare immediatamente il codice degli appalti, per consentire alle imprese locali di lavorare per la ricostruzione.
10) Va sperimentato un nuovo modello di lavori socialmente utili, sulla falsariga dell’accordo stipulato con la Provincia di Trento. Il sisma ha creato nuovi bisogni sociali, nuovi emarginazioni, a cui vanno date risposte precise.
“Subito dopo il sisma le ore di cassa integrazione sono aumentate di oltre il 700% – ha sottolineato la Presidente Pezzopane – e ad oggi abbiamo più di 7.500 cassintegrati a cui vanno aggiunti i posti di lavoro persi nelle piccole attività produttive: 800 attività commerciali solo in centro storico, senza considerare gli indotti delle zone fuori cratere che hanno risentito pesantemente del sisma pur non essendone direttamente interessati, ancor meno da incentivi. Quella del lavoro è la vera “zona rossa sociale” del sisma – ha aggiunto la Pezzopane – per questo rivolgo un appello accorato a Governo e Regione per costruire una piattaforma comune e far fronte a questa emergenza”.


24 Gennaio 2010

Categoria : Economia
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