Il mercato delle autostrade 24 e 25 e l’ipocrisia delle proteste di facciata
L’Aquila – Scrive Lelio De Santis, segretario regionale IdV: “Ogni anno l’Autostrada dei Parchi del Gruppo Toto chiede ed ottiene aumenti delle tariffe molto superiori a quelle delle altre Concessionarie autostradali, con un un + 3,45% che porta il costo del pedaggio sulla tratta Pescara-Roma a circa 20 euro e su quella L’Aquila-Roma a circa 12 euro.
Le giustificazioni degli aumenti del Gruppo Toto- investimenti per manutenzioni ed incremento degli oneri concessori- sono smentite dalle condizioni di trascuratezza e di insicurezza in cui versa l’Autostrada e dalla stessa Anas, che ha seccamente smentito le motivazioni del Gruppo Toto, affermando che”sia il sovracanone sia la rata versata per la concessione sono rimasti invariati”
Le contestazioni di detti rincari, per la verità non molte, hanno il sapore del rito annuale che si ripete e, purtroppo, con la consapevolezza di un risultato negativo come quello degli anni trascorsi!
Non fa molto il Presidente, Luciano D’Alfonso, che dà una lettura tecnica e formale degli aumenti, rimandando giustamente “ al peccato originale del 2001 quando si stabilì la privatizzazione”
Non dicono nulla i Sindaci di Città importanti, come L’Aquila, Teramo, Chieti, Avezzano…
Ma la politica, che deve fare gli interessi dell’Abruzzo e che deve guardare ad uno sviluppo che necessariamente è legato alla Capitale, può solo stare a guardare o a protestare?
Le Autostrade A 24 e A 25 non sono 2 semplici assi viari di collegamento veloce fra Città abruzzesi e Roma, ma rappresentano l’ombelico vitale fra una Regione e la Capitale, che hanno entrambe un interesse strategico di stare vicine e di progettare insieme condizioni di sviluppo economico, essenziale soprattutto per l’Abruzzo.
La prospettiva dell’Abruzzo non risiede soltanto nella Macroregione adriatica, ma anche nella Asse geografico orizzontale con Lazio ed Umbria e nella relazione con Roma capitale.
Roma con i suoi 3 milioni di abitanti ha bisogno di territorio per insediamenti produttivi ed abitativi, come l’Abruzzo – e L’Aquila in particolare – ha bisogno di offrire le sue potenzialità turistiche e culturali alla Capitale ed al mercato internazionale.
Questa visione strategica ha necessità di una rete di collegamenti costante, sicura ed agevole, ma anche vantaggiosa sul piano economico al fine di favorire il massimo dello scambio di merci, di prodotti, e di cittadini residenti o turisti.
Ne consegue che i collegamenti autostradali non possono rispondere solo ad una logica imprenditoriale e di profitto, che prescinde dagli interessi generali di un territorio regionale, ma debbono favorire la praticabilità di uno sviluppo sociale ed economico.
I costi esorbitanti della mobilità autostradale contrastano nettamente con l’orientamento politico diffuso di progettare politiche di sviluppo incentrate su relazioni sociali, culturali ed economiche della nostra Regione con Roma.
Si rende necessario di conseguenza superare la semplice gestione privatistica con un ruolo più incisivo del Pubblico, anche rivedendo le attuali concessioni: il Governo nazionale ed il Governo regionale prendano coscienza di una situazione ormai insostenibile, che rappresenterà sempre più una palla di piombo ed un freno allo sviluppo del territorio abruzzese.
Il Consiglio Regionale perché non dedica una seduta ad una serena e seria discussione su questo problema, che riguarda le tasche dei cittadini e la prospettiva dell’Abruzzo?
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