Gran Sasso, il distretto c’è, e adesso chi lo farà funzionare?
L’Aquila – CI VORTREBBE UNO PRATICO… – Ieri abbiamo riferito della firma del Ministro Franceschini pewr la costituzione di un distretto turistico Gran Sasso.
Un’ottima notizia, una vera premessa per il decollo dell’area, che giace come una salma in un sacrario dagli anni Trenta, quando il regime fascista decise di inventare una stazione turistica. Che di fatto non è mai nata, o almeno è nata ed è rimasta ferma per decenni. Sola novità , la nuova funivia (che torna in movimento in questi giorni). E che pare sarà illuminata, una volta sedati i furori ambientalistici in difesa di falene e farfalle. Un distretto turistico – si legge cercandone una definizione coerente e precisa – è un’unione di più imprese pubbliche e private che collaborano per perseguire un unico obiettivo comune: pubblicizzare e valorizzare il territorio nel quale si trova il distretto.
All’interno di un distretto turistico si possono trovare comuni, alberghi (o altre forme di alloggio), tour operator, agenzie di viaggi, APT, ed altre forme di imprese/aziende che operano nel settore turistico e che decidono di entrare nel distretto.
A questo punto non rimane che cercare qualcuno pratico per gestire e far funzionare questa cosa, che altrove pare abbia prodotto risultati. E ancora una volta la palla ripassa alla politica, che deve scegliere le persone adatte. Una prospettiva che mette i brividi tenendo conto del passato.
Ma un grande passo è stato fatto. Sempre che Giove Pluvio cominci a far cadere la neve per tirare innanzi nell’immediato.
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