SANITOPOLI: PENA RIDOTTA A DEL TURCO
L’Aquila – Sanitopoli e le accuse non furono un’invenzione: furono commessi reati e la cupola politica dominava l’Abruzzo. Anche se la pena di 9 anni comminata a Del Turco fu eccessiva. In parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Pescara il 22 luglio 2013, la Corte d’Appello dell’Aquila ha condannato oggi 4 anni e due mesi di reclusione l’ex presidente della Giunta regionale abruzzese, Ottaviano del Turco imputato nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta ‘sanitopoli’ abruzzese. Il gia’ ministro delle Finanze – ricorda l’AGI – e presidente della Commissione Antimafia, arrestato il 14 luglio 2008, e’ accusato di aver preso tangenti in cambio di favori dall’ex patron della clinica privata Villa Pini Di Chieti Enzo Angelini, in questo processo imputato e allo stesso tempo parte offesa.
In primo grado l’ex goveratore era stato condannato a 9 anni e sei mesi. La Corte, presidente Luigi Catelli, a latere Luigi Cirillo e Armanda Servino, ha dunque accolto parzialmente la richiesta avanzata dal Pg Ettore Picardi che per l’ex presidente aveva chiesto sei anni e sei mesi. Il processo di primo grado si era concluso con 9 condanne, 12 assoluzioni e tre casi di intervenuta prescrizione. Per questa inchiesta su presunte ‘mazzette’ nella sanita privata Del Turco, che ha sempre respinto ogni accusa, fini’ in carcere a Sulmona per 28 giorni e trascorse altri due mesi agli arresti domiciliari. Dopo questa vicenda si dimise e in Abruzzo si torno’ alle urne con la vittoria del centrodestra guidato da Giovanni Chiodi (Fi).
Del Turco e’ stato condannato per associazione per delinquere per induzione indebita, ovvero la vecchia concussione cosi’ come rimodulata dalla legge Severino. La Corte, in particolare, ha contestato all’ex presidente di aver ricevuto sei dazioni di denaro da Vincenzo Angelini, assolto in appello, e non le 26 che gli erano state contestate in primo grado. I giudici, inoltre, hanno stabilito per Angelini un risarcimento danni pari a due milioni di euro.
Quello che era considerato il patron della sanita’ privata abruzzese era stato condannato dal tribunale di Pescara a tre anni e sei mesi. Ad accusare Del Turco – scrive l’AGI – era stato proprio l’ex titolare della clinica Villa Pini di Chieti che nel 2008 in sette interrogatori fiume rivelo’ ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali. Nello specifico Del Turco era accusato insieme a Camillo Cesarone, ex capogruppo regionale del Pd, e a Lamberto Quarta, ex segretario generale dell’ufficio di presidenza della Regione, di aver intascato ‘mazzette’ per 5 milioni e 800 mila euro. Anche per Cesarone e Quarta c’e’ stato uno sconto di pena in appello: al primo sono stati inflitti 4 anni (9 anni in primo grado) al secondo 3 anni (6 anni e 6 mesi in primo grado).
GLI ALTRI IMPUTATI – L’ex assessore regionale alla sanita’ Bernardo Mazzocca – continua l’AGI – e’ stato condannato a due anni e un mese (2 anni in primo grado) per essere stato partecipe dell’associazione a delinquere per induzione indebita: stessa accusa per l’altro ex assessorte regionale Antonio Boschetti, condannato a un anno e 8 mesi (4 anni in primo grado). All’ex direttore generale della Asl di Chieti, Luigi Conga, che in primo grado era stato condannato a 9 anni sono stati inflitti 3 anni perche’ l’associazione a delinquere per induzione indebita e’ prescritta, tranne un episodio, con la pena condonata in quanto commessa prima del 2 maggio 2006. L’ex collaboratore di Mazzocca, Angelo Bucciarelli e’ stato condannato a due anni con la stessa accusa di Mazzocca ma in concorso (il Tribunale lo aveva asssolto). Gianluca Zelli, ex dirigente di Villa Pini, e’ stato assolto, come in primo grado, ma la Corte D’Appello ha trasmesso gli atti alla Procura di Chieti. L’ex parlamentare di Forza Italia Sabatino Aracu e’ uscito dal processo per prescrizione ma dovra’ risarcire il danno perche’ condannato in primo grado (4 anni). Infine assolto Vincenzo Angelini dal reato di corruzione. E’ stato lui, definito il ‘grande accusatore’ a dare il via all’inchiesta, sfociata in primo grado in 91 udienze spalmate in due anni. Allo stesso il Collegio ha riconosciuto il maxi risarcimento di due milioni di euro per il danno gli e’ stato arrecaato.
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