Quando c’erano loro…
Quando c’erano Gaspari e Natali, per non scontentare L’Aquila o Pescara, si facevano le cose doppie: due autostrade, due università , e così via. Il debito pubblico saliva oltre le stelle, ma l’Abruzzo cresceva e i voti piovevano come alluvioni sulla DC imperante e matrona.
Ora, per non scontentare chi sa chi, le cose non si fanno e arrivederci. Per Pescara, pensiamo al famoso progetto di unificazione con Montesilvano e Spoltore, peraltro approvato con referendum popolare. E finito nel cassetto delle bufale dell’attuale regime dalfonsiano.
Per L’Aquila, pensiamo alla sbandierata legge per ila città capoluogo. Una di quelle fole che durano ormai da oltre un decennio, strombazzata dai pidini fin da prima di D’Alfonso, e ribadita da quest’ultimo. Bufala con la maiuscola. Una legge per L’Aquila, la Regione non fu capace di produrla neppure per la ricostruzione, figuriamoci come capoluogo… Passano anni e decenni, e la politica non cambia mai. Costruita sul nulla, elisir per abbocconi.
Ora che ci sono i contemporanei, è peggio di quando c’erano loro. Che, diciamolo, erano più bravi. Zio Remo e zio Lorenzo, tutto sommato, che nostalgia… Vedemmo un Abruzzo comunque crescere, ora declina come il Sole sul Bosforo, ma assai meno bello.
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