Tu lo fai, io lo sfascio. E chi pagta?


Pescara – (di Stefano Leone) – Era la metà di marzo del 2014 quando iniziò la posa del porfido della nuova pavimentazione di Corso Vittorio a Pescara. L’evento, che al termine dei lavori doveva portare alla pedonalizzazione e riqualificazione di pregio di una parte dell’arteria cittadina più importante, avvenne dopo furiose polemiche, dibattiti, dichiarazioni, pareri mascherati da un neutralismo malcelato. L’iniziativa fu dell’allora governo cittadino di centro destra guidato dal Sindaco Luigi Arbore Mascia. Urla, strilli e strepiti vennero, ovviamente, dall’opposizione, per meglio dire dalla parte politica più preponderante del centro sinistra, quel Pd che, mai ammetterà, era spinto, così come lo è ancora oggi, dal politico che ha sempre fatto di Pescara il suo punto forte, pur non ricoprendo più oggi cariche cittadine. Da una parte, dunque il centro destra che caparbiamente sosteneva la bontà della pedonalizzazione dell’arteria principe della città, dall’altra il Pd che urlava, un giorno si e l’altro pure, allo scandalo per l’iniziativa. E così, mentre Pescara cercava affannosamente di mettersi al pari di altre città che sbattevano fuori il traffico pedonalizzando i centri delle city, quella parte di Pescara, secondo il Pd, doveva rimanere com’era perché, ragioni non meglio spiegate legate al commercio, portavano i rappresentanti di quella parte politica a biasimare l’opera. Comunque l’opera fu portata a compimento. Volente o nolente era li, e a conti fatti, i cittadini di Pescara hanno tirato fuori bei soldoni. Poi le elezioni invertirono le cose. Coloro i quali erano in sella e, furono fautori e realizzatori di quell’opera, persero la tornata elettorale. In sella andò proprio quel centro sinistra che, targato prevalentemente Pd, non vide l’ora di fare come quel famoso marito che, per far dispetto alla moglie, se lo tagliò. E dunque, ariecco il traffico su Corso Vittorio. Facile immaginare che ciò che era considerato pregiato ben presto si è ridotto come le foto mostrano. E adesso chi paga per ripulire il porfido e ridare una dignità ai materiali vituperati e violentati da pneumatici, scarichi, perdite d’olio dei veicoli. Quel tratto di Corso Vittorio, sbandierato come biglietto da visita della città è diventato il regno degli indiani con i loro trabattelli che vendono cover per cellulari, pedoni che devono guardarsi le spalle per attraversare e sgradevolezze di vario genere. Chissà come si sente quel marito. Immaginiamo invece come si senta quella moglie.


18 Novembre 2015

Categoria : Attualità
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