Le interviste: detenuto nigeriano, per l’avv. Lazzaro caso di “malagiustizia e malasanità”


Teramo – Si addensano ombre inquietanti sulla morte del detenuto nigeriano Uzoma Emeka, che era affetto da gravi patologie ma restava in cella, privo di cure e attenzioni necessarie alle sue condizioni, che erano particolarmente vistose: l’uomo sveniva, perdeva i sensi, mostrava comportamenti strani di cui nessuno pare essersi mai accorto. Se gli accertamenti medici escludono, come si è appreso ieri, l’ipotesi che sia stato percosso o sottoposto a violenze, la Procura di Teramo non intende certo chiudere il fascicolo. InAbruzzo.com ha raggiunto l’avv. Giulio Lazzaro, difensore dei due minori del detenuto deceduto a Castrogno Uzoma Emeka, giusta nomina e procura speciale agli atti conferite nell’immediatezza dalla sua ex convivente. “Sicuramente – ci ha detto l’avv. Lazzaro – ci troviamo di fronte ad uno dei troppi episodi di colpa medica, aggravato dal fatto che il “buon padre di famiglia” aveva l’obbligo di vigilare anche sulla salute del detenuto; uno dei troppi episodi di malagiustizia mischiato a malasanità. I consulenti medici non solo hanno agilmente riscontrato la presenza di un “ammasso” nel cervello, ma hanno interpretato i comportamenti (non solo clinici) di Emeka, quali risultavano dalla cartella biografica, sovrapponendoli alle annotazioni della cartella clinica: l’idea che ci siamo fatti è che anche ad un medico “di primo pelo” sarebbe dovuto venire in mente di sottoporre il soggetto a TAC ed avrebbero rilevato la formazione neoplastica sulla quale si sarebbe potuto intervenire per tempo”.
E’ vero che l’uomo aveva subito anche un infarto?
“Sono state trovate tracce di un infarto del miocardio non datato e non recentissimo…se ricordo che Emeka era in carcere dal 28.06.08 e che prima mai aveva dato segni di sofferenza alcuna il gioco (lugubre) è fatto! L’indifferenza ha ucciso Uzoma Emeka, la stessa che hanno potuto rilevare altri detenuti oltre che i loro familiari quando è svenuto durante un colloquio. Al momento il PM ha dato il nulla osta alla cremazione/seppellimento del corpo; essendo previsto dalla legge italiana sono in attesa di poter parlare con il Sindaco di Teramo o suo delegato per seppellilro in città a spese dello Stato: chissà che i figli di 11 mesi e 4 anni, se come l’On. Fini giustamente sostiene, un giorno potranno essere cittadini italiani a tutti gli effetti gli stranieri nati in Italia, che hanno studiato, lavorato e pagato le tasse in Italia, potranno visitare il loro padre al cimitero di Teramo…”.


21 Gennaio 2010

Categoria : Le Interviste
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