D’accordo, smettiamola con i tavoli…
L’Aquila – Gentile Direttore, condivido pienamente quanto Lei scrive nel “pezzo” titolato; ” E smettiamola con questi tavoli….” e non credo che tale condivisione costi fatica alcuna. Per la situazione in cui vive L’Aquila, come peraltro il resto d’italia, vale quanto diceva Leonardo Sciascia riguardo al fenomeno mafioso, precisando però che il termine “fenomeno” può tranquillamente essere eliminato trattandosi di andazzo quotidiano che si è perfettamente inserito nell’organismo sociale, tale e quale ad un tumore.
Che come il tumore distrugge l’organismo in cui si è annidato salvo interventi chirurgici anche drastici per estirparlo. Sulla mafia, infatti Sciascia scriveva che:”… . non si combatte senza conoscerla, senza coglierne la valenza storica e sociale, senza studiare il contesto in cui si sviluppa; e non si combatte senza violare “i santuari del potere”, senza scardinare, cioè, il sistema di protezioni, collusioni, compiacenze che la avvolge e la difende. Infine, ma non da ultimo, la mafia si combatte affermando la superiorità morale dello stato di diritto, senza indulgere a “repulisti”, ricorrere a poteri speciali e misure eccezionali, ma usando la giustizia con la precisione di un bisturi, con l’accortezza che merita uno strumento delicato e devastante….”
E qual’è la differenza tra la mafia “di” Sciascia e questa? Qual’è la differenza tra quello che successe a Palermo, e non solo a Palermo, ai tempi di Buscetta e quello che accade da anni anche a L’Aquila? L’unica cosa che mi viene in mente è che qui di morti non se ne vedono ma prima di pensare che siamo più fortunati, la solita balla del bicchiere mezzo pieno, io che invece di bicchieri non ne vedo ne pieni ne vuoti, temo che l’assenza di cadaveri possa esser dovuta al fatto che non serve….ammazzare nessuno, vista la facilità del “contagio” e delle successive miracolose guarigioni che permettono al farabutto di turno di tornare ad infettare, come gli untori con la peste, di cui parla Manzoni nei Promessi Sposi. Come giustamente scritto, nell’articolo su citato dal Direttore Colacito, il problema sono le leggi, che devono essere fatte come Dio comanda e non per fare comodo agli scherani di chi si vanta di averle “partorite”. Sciascia diceva che è sbagliato dire che chi delinque debba essere assicurato alla giustizia perchè in realtà è alla legge che deve essere consegnato. E se la legge non l’ha fatta un mariuolo, predisponendo “vie di fuga” e sconti di ogni tipo, non c’è niente al mondo che impedisca che grazie alla legge si faccia giustizia.
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