La Perdonanza sarà patrimonio dell’umanitÃ
L’Aquila – Nella X sessione del Comitato intergovernativo dell’Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio immateriale che si terra’ a Windhoek, capitale di la Namibia, dal 30 novembre al 4 dicembre. L’evento riguarda anche la Perdonanza aquilana, che aspira a decollare tra le grandi manifestazioni patrimonio di ogni cultura.
Nelle 4 giornate verranno presentate 35 candidature di altrettante manifestazioni che ambiscono all’inserimento nella Lista rappresentativa appunto dei Patrimoni immateriali. Questi capolavori si affiancano ai siti patrimonio dell’umanita’: mentre questi ultimi rappresentano cose tangibili (una citta’ o un complesso archeologico), i primi sono antiche tradizioni che spesso non hanno una codificazione “scritta” ma sono tramandate oralmente nel corso delle generazioni. Ci si e’ posto il problema di salvaguardarli per evitarne la scomparsa, allo stesso modo di come e’ gia’ stato fatto per i beni materiali. Tra queste candidature – come si puo’ leggere sul sito internet dell’Unesco – anche quella presentata dall’Italia: La festa del Perdono di Celestino, o meglio, usando l’espressione coniata da Gabriele d’annunzio e ormai diventata la definizione ufficiale della manifestazione: La Perdonanza Celestiniana. Ad intervenire con una nota sull’argomento e’ Salvatore Santangelo, giornalista, esperto di marketing territoriale. “Si tratta – dice – del coronamento di un percorso iniziato il 6 novembre del 2010 quando la Societa’ Geografica Italiana volle organizzare – presso il Palazzetto Mattei di Villa Celimontana – un evento pensato per raccogliere il sostegno del mondo culturale italiano attorno a questa candidatura presentata poi ufficialmente nel 2013. Tutte le ricerche sul marketing rilevano la centralita’ della cultura nelle dinamiche dello sviluppo territoriale: le citta’ europee che da tempo hanno puntato maggiormente sulla creativita’ hanno visto aumentare il proprio reddito pro capite. Bilbao, Siviglia, Edimburgo hanno tassi di crescita superiori al 5 per cento, molto superiore alla media dell’Europa a 27. E in questo senso, essere inseriti nel circuito dei beni – materiali o immateriali – tutelati dall’Unesco, rappresenta un poderoso acceleratore in grado di incrementare anche del 90 per cento la notorieta’ e quindi la capacita’ di essere attrattivi nei confronti dei flussi turistici globali”.
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