Adesione significativa ad appello per Petrilli
L’Aquila – Il professore ordinario di diritto del lavoro dell’universita’ politecnica delle Marche, Antonio Di Stasi, noto giurista sulle tematiche inerenti questo settore e dal 1991 componente delle commissioni nei concorsi pubblici, ha aderito alla mobilitazione contro la sentenza della corte d’appello de L’Aquila che lo scorso due ottobre ha confermato la mia condanna per abuso d’ufficio ad otto mesi di reclusione senza condizionale.
Condanna per aver stabilizzato cinque precari dell’Aret quando ero presidente dell’ente e per aver sensibilmente ridotto l’indennita’ del direttore.
Dopo questa sentenza l’ex senatore e giurista Giovanni Russo Spena, Italo Di Sabato dell’osservatorio contro la repressione e Marcello Pesarini dell’osservatorio carceri di Antigone hanno lanciato un appello a mio favore e in questi giorni c’e’ stata questa nuova importanta adesione.
Adesione di un esperto giurista e studioso del diritto del lavoro che conferma la strumentalita’ di questa condanna, che se confermata in cassazione mi porterebbe in carcere, in quanto i giudici non hanno concesso la condizionale, per piccole condanne di trentacinque anni fa riguardanti: occupazioni, blocco stradale, manifestazioni non autorizzate ecc, per le quali ho avuto dal tribunale di sorveglianza de L’Aquila la riabilitazione.
Neanche i sei anni di carcere ingiusto, (accusato di banda armata) all’eta’di diciotto anni, sono servite per la concessioni delle attenuanti generiche.
Anzi quella accusa dalla quale sono stato assolto, e’ diventata per i giudici una aggravante.
La mia considerazione e’ solo questa: non si puo’ finire in carcere per aver stabilizzato dei precari e aver ridotto fortemente l’emolumento di una figura obbligatoria come il direttore
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