Finalmente Ban decolla a L’Aquila
L’Aquila – (di Carlo Di Stanislao) – Sbloccata finalmente la proposta di donazione da parte del governo giapponese, di un Auditorium per la nostra città, grazie ad una donazione di 500.000 euro, che verranno erogati tramite l’Ambasciata del Giappone in Italia, al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. L’opera sarà realizzata in tempo record ed entro primavera sarà operativa, con 300 posti ed una struttura d’avanguardia, frutto del lavoro (a titolo gratuito) dell’architetto nipponico Shigeru Ban, famoso soprattutto per le sue ricerche nel campo delle tensostrutture, specialmente nella loro realizzazione attraverso materiali economici come il cartone o il bamboo. Per dare il via alla realizzazione dell’opera, dapprima rinviata per scarsa chiarezza sui fondi, la Provincia ha messo a disposizione una parte dell’area contigua al nuovo Conservatorio. La struttura, poi, sarà affidata al Comune, per attività non solo del Conservatorio, ma anche dello stesso e della Provincia. Coinvolti nel progetto anche gli studenti della Facoltà di Ingegneria dell’ateneo aquilano, che si sono già messi all’opera con la massima solerzia e professionalità. Già nel 1995 Ban si era occupato di terremoto e ricostruzione. Nel Grande terremoto di Kobe, sul margine nord dell’isola giapponese di Awaji, con oltre seimila morti, numerosi sfollati vennero alloggiati all’interno di tende e fu Shigeru Ban ad ideare una soluzione alternativa. Progettò delle abitazioni di 16 metri quadrati, con pareti fatte da tubi di cartone e fondazioni costituite da cassette per bottiglie di birra, riempite con sabbia, economiche ed estremamente funzionali. Lo scorso 12 giugno, presso l’Aula Magna della Scuola Reiss Romoli, l’architezzo nipponico tenne un seminario allo scopo di introdurre il programma ed i contenuti del progetto, dando così seguito alla sua volontà di intervento a favore de L’Aquila, con, oltre all’Auditorium, contribuire fattivamente alla ricostruzione delle strutture edilizie dell’Università. Già allora egli aveva delineato le modalità di un possibile intervento per la ripresa delle attività universitarie, quali principali vettori del sistema urbano e territoriale. Peraltro, lo studio parigino dell’architetto, aveva già coinvolto alcuni produttori di materiali “poveri” per chiederne la solidale disponibilità. Anche se, poi, di questo non si è parlato, si è comunque continuato ad accarezzare, almeno in apparenza, il progetto di ricostruzione dell’Auditorium, con tanto di plastico sbandierato davanti agli occhi dei potenti del mondo nel corso del G8. Poi silenzio e nessuna spiegazione ufficiale, almeno sino a ieri, data in cui l’accordo sembra ormai raggiunto. In verità vi sono rettifiche correttive “ad diminutio”, rispetto al progetto iniziale, che prevedeva 1000 posti ed una spesa di un milione di euro 500.000 del Governo giapponese ed altrettanti reperiti da Ban, attraverso fondazioni e gruppi finanziari in Europa e nel mondo. Il progetto era stato ufficialmente presentato il 7 luglio da Ban, assieme al primo ministro giapponese, a Palazzo Chigi, ma, subito dopo, fu bandita una gara e l’appalto assegnato ad una ditta di carpenteria metallica, che avrebbe avuto la meglio grazie a un forte ribasso praticato sul prezzo di partenza, a fronte di bassissime garanzie ambientali e acustiche. In quella occasione il trentaduenne architetto italiano Alessandro Marcello Boldrini, stretto collaboratore di Ban, si disse “esterrefatto” per il comportamento del premier Belusconi, di Bertolaso e del sindaco dell’Aquila. Ora si recupera per non fare il paio con la pessima figura già incassata con la Germania, che si è lamentata di non essere stata messa nella condizione di devolvere la sua intera donazione.
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