Fabiana e le tante altre al confine con il futuro
di Amedeo Esposito -
CONSIGLI TERRRITORIALI – C’è del nuovo all’Aquila!
Sono certamente “Fabiana (Costanzi) e le tante altre” ragazze (e ragazzi dai 16 ai 30 anni) che, elette nei consigli territoriali (le ex circoscrizioni), senza nulla avere, si sono schierate al confine col futuro della città, nella sua complessa comunità.
Non avranno prebende (e lo sanno da sempre), ma ugualmente, 8 di esse su 10 eletti, sono state poste all’apice del coinvolgimento dei cittadini ai quali spetta la decisione della scelta di indirizzo del loro vivere futuro, ma che oggi sono diaspora disperata e privata (dal terremoto e non solo) dell’esistenza anche come famiglia. .
Non avranno, inoltre, alcun potere se non la forza della loro visione, anche ideale, del bene e del bello che verrà, pur se oggi i giovani sembrano appartenere, tutti nessuno escluso, ad una generazione che rischia di riconoscere i diritti non all’individuo in quanto tale, ma solo a chi produce.
Visione ideale,comunque, che guiderà la presidente dell’Aquila centro: Fabiana Costanzi, alla quale spetta “vigilare” sulla ripresa del complesso monumentale centrale e sulle sue implicazioni abitative.
In una con le altre presidenti dei quartieri di San Sisto-Santanza: Maura Vaccarelli, del Torrione: Cristiana Capannolo.
Non sarà inferiore l’impegno di Rita Giusti per la sua Sassa, frazione ormai proiettata nel dinamico commerciale e produttivo, la quale, in unione con Silvano Bracconi (il presidente amiternino) dovrà tornare all’anima sallustiana, “vestita” con il nuovo, o a quella del primo grande cronista medievale aquilano: Buccio di Ranallo.
E ancora più onerosa sarà l’impresa di Sara Cecala, presidente del “castello” di Paganica, che vanta altissima cultura nutrita da personaggi come Gioacchino Volpe o Edoardo Scarfoglio, la quale – come ha detto – dovranno essere abbandonati definitivamente gli sterili campanilismi con l’amministrazione civica, fin qui dolorosamente vissuti.
Gli aquilani vivono oggi una fase di interregno sospeso tra il “non più” e il “non ancora”.
Ed è per questo che le donne (non meno che i giovani) dei consigli territoriali dovranno esaltare, con studi e riflessioni, le specificità, fondate sulla cultura e la storia rinascimentale e umanistica della “città nova” che ognuno si augura di vedere, con la fondata speranza di cederla, perché possano viverci con gioia, alle future generazioni dei cittadini dell’Aquila.
Non c'è ancora nessun commento.