Case e map, dice Rifondazione comunista


L’Aquila – Giacomo De Fanis, coordinatore provinciale Giovani Comunisti-e – PRC scrive:
!La nostra organizzazione si fonda da sempre sui valori della solidarietà, dell’altruismo, della tolleranza e del socialismo. Per questo riteniamo doveroso biasimare le posizioni assunte dai Giovani di Forza Italia per bocca di Leonardo Scimia, in merito alla possibilità da parte della città dell’Aquila di accogliere i migranti in fuga dalle guerre in Africa e Medioriente.
In questo difficile momento di emergenza umanitaria e sociale, siamo tutti chiamati a svolgere il nostro dovere di esseri umani degni di questo nome; e di cittadini responsabili che hanno avuto la fortuna di nascere in uno stato formalmente democratico, fortuna che non hanno avuto migliaia di persone in fuga da nazioni in preda alla degenerazione politica e sociale, che proprio il nostro “Occidente liberale” ha contribuito a causare, armando conflitti mossi dall’interesse economico.
Le motivazioni addotte da Scimia sono a nostro parere demagogiche e pretestuose, caratterizzate dal classico leit-motiv delle destre: “aiutiamoli a casa loro”. Non è sufficiente essere “solidali con gli immigrati e con la Siria” o destinar loro quel tanto di beneficenza che basta a ripulirsi la coscienza; occorre subito fornire a tutti i rifugiati in fuga dalle guerre un’accoglienza dignitosa, secondo quanto stabilito dalle leggi internazionali per la tutela e la salvaguardia dei diritti umani. Non deve essere facile restare “a casa propria” sotto i bombardamenti. Non si capisce inoltre perché il progetto C.A.S.E. dovrebbe diventare un ghetto per gli immigrati mentre non lo è per gli aquilani che lo abitano da anni. Ricordiamo per inciso che l’idea delle newtowns fu del governo Berlusconi.
Contrapporre cooperazione e accoglienza è strumentale. A questo non possiamo e non dobbiamo sottrarci: il diritto a condurre un’esistenza libera e realizzata secondo un proprio progetto di vita non può essere negato a nessuno! Così come lo è stato per gli italiani emigranti all’inizio del secolo e per i tanti giovani che sono costretti ad emigrare tutt’ora per trovare un lavoro adeguato alle loro aspirazioni.
La città dell’Aquila può e deve contribuire in giusta misura a questi sforzi, in linea con il lavoro di solidarietà organizzata che tutto il paese e tutto il continente stanno compiendo, anche nella consapevolezza che l’apporto fornito al soccorso umanitario può trasformarsi in un’importante opportunità di arricchimento demografico, culturale e sociale, per i nostri popoli.


04 Ottobre 2015

Categoria : Politica
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