Silvio “maestro” interroga i bambini
L’Aquila – ( di Gianfranco Colacito) – Partito intorno alle 17 per rientrare a Roma, dopo un saporito pasto presso una famiglia a Paganica, nelle case antisismiche appena assegnate. Forse anche rapida riunione politica con un confuso e incerto PdL, incapace di esprimere un candidato alle provinciali, probabilmente stimolato a svegliarsi. Silvio il trasformista oggi a L’Aquila, nella scuola elementare Mariele Ventre tra ospedale S.Salvatore e via dei Medici, ha vestito i panni del maestro di fronte ad una scolaresca in “grembiulino” azzurro. Tenuti a bada cronisti, fotografi e operatori tv, trattati come carne da macello peggio che nelle visite precedenti, e ingabbiati tutti in una sala stampa improvvisata dotata di teleschermi con audio altalentante, il presidente del consiglio è salito in cattedra. Domande ai bambini, che si sono rivelate poi placidamente concordate. Non esiste una classe intera di bambini che risponde in coro “cinquanta”, senza esitazioni alla domanda: “Quante dita ci sono in dieci mani?”. Anche qualche adulto risponderebbe… cento! Invece no, tutti i bambini pronti e scattanti. Evidentemente sono bravissimi. E Silvio incalza: “Qual è la capitale d’Italia?”. Oppure: “Cosa volete fare da grandi? Gli ingegneri, i medici, gli avvocati? E il politico non vuole farlo nessuno?”. Poi un paio di barzellette, perchè il Cavaliere non ne può fare a meno (gli ascoltatori qualche volta sì) e infine una domandina sul presidente del consiglio. Che, stando all’urlo infantile lavatosi dalla classe, è adorato. E giù una battuta imperdibile: “Bisognerà dare il voto anche ai bambini di cinque anni…”.
Roba così, dopo un’ora e mezza di attesa in strada, per fortuna al Sole tiepido, per la gente della stampa che è considerata evidentemente un male necessario, ma un male. Non potete stare lì, spostatevi di là , restate dietro le transenne… Non pretendete di entrare tutti… Si facciano avanti gli operatori (solo loro) di Rai, Mediaset e la Sette… Nel pulmino per Paganica possono salire solo 19 giornalisti… Non uno di più… Allontanatevi, che arriva il presidente… E via così, 25 visite, ogni volta più restrizioni, ora poi dopo l’aggressione di Milano è tutto più difficile. Forse è comprensibile, ma sgradevole sicuramente. Neppure i fans, del resto, possono approssimarsi al presidente. Hai voglia ed esporre le magliette con le frasi inneggianti. Pazienza, sarà così anche un’altra volta, e i cronisti faranno a meno di tentare di fare una foto o di strappare un’intervista, una battuta. Con Silvio è tutto inesorabilmente programmato, persino i respiri e i sospiri. Un tizio che dice di saperla lunga e di aver girato il mondo spiega all’inclita e al colto accalcati in sala stampa: “Credetemi, è così per tutti i governi del mondo. Quando mai un capo di governo ha risposto davanti ad una telecamera ai giornalisti? Cosa credete? Datemi retta, io lo so…”.
Lui lo sa, noi pure. Avremmo dovuto rispondere al tizio saccente e addomesticato che nella nostra carriera di cronisti di penna e di microfono (lunga), abbiamo avvicinato Napolitano, Craxi, Andreotti, Almirante, Occhetto, Bertinotti, la Mussolini, Rumor, Fanfani, Pertini (sì, lui in persona, e più volte), ministri, il Dalhai Lama, Maria Teresa di Calcutta e – pensate – persino Papa Woijtyla. Che strizzando gli occhi al Sole dei Piani di Pezza, ci rispose sorridendo. L’elenco sarebbe interminabile. Nessuno ci ha mai cacciati via o impedito qualcosa. Ma oggi c’è Berlusconi. E sono trascorsi degli anni: forse, quella di allora era un’Italia migliore. E credevamo in tanti che non lo fosse… sbagliando della grossa. (Nelle foto Col: I fans di Silvio, neppure loro hanno potuto avvicinarglisi – Sotto l’arrivo dell’Audi del presidente alla scuola Mariele Ventre)
“GRANDE LAVORO” – “All’inizio abbiamo pensato anche noi che forse avevamo peccato di ottimismo a fissare dei tempi cosi’ stretti per la realizzazione di tutte queste cose, soprattutto per le palazzine antisismiche per avere in tempo dalle aziende le piastre, i pilastri antisismici. Invece tutti hanno risposto in maniera straordinaria, sono circa 300 le aziende che abbiamo fatto lavorare qua”. Silvio Berlusconi arriva al complesso residenziale delle nuove case antisismiche di Cansatessa e si intrattiene per qualche minuto con il procuratore generale della Corte dei Conti in Abruzzo. “Il grande lavoro – rimarca il presidente del Consiglio – e’ stato quello dei servizi, dare case complete dentro ma anche fuori con tutti i prati fatti. Sono molto soddisfatto, sono case che hanno anche migliorato l’ambiente urbano rispetto alle case che c’erano prima. Veramente un’opera di cui andare orgogliosi”. Gia’ in precedenza, a Paganica, il Cavaliere ammirando una mappa di tutte le opere realizzate dopo il terremoto aveva commentato: “Abbiamo fatto un record mondiale, un’impresa straordinaria”. Nella sua visita alle case di Cansatessa Berlusconi si intrattiene con una mamma e un bambino per un caffe’ e una ‘ferratella’, tipico biscotto aquilano. Come sempre il premier si concede alle fotografie e resta a scherzare con il bambino, tifoso dell’Inter, in vista del derby di Milano di domenica prossima. Il piccolo ha dato al premier il suo numero di cellulare e Berlusconi prendendolo gli ha detto: cosi’ noi due ci telefoniamo. Berlusconi lasciando Cansatessa si ferma a stringere mani e a salutare la folla che lo applaude. Il presidente del Consiglio si rivolge direttamente a un bambino sulle spalle della mamma e fa riferimento all’aggressione subita in piazza Duomo: “Vedi? Sto bene, ho solo una cicatrice qui”, dice indicando il volto. “Mi hanno tolto un dentino, ma ne ho altri 35″, conclude.
HAITI – Laggiù La situazione e’ “drammatica”, “ci dovrebbe essere un’autorita’ che coordina tutto, ma finora questo non e’ accaduto”. Silvio Berlusconi in visita a Cansatessa, frazione aquilana, parla della situazione ad Haiti. Il presidente del Consiglio conferma che sono gia’ state messe in campo delle misure, c’e’ un fondo a disposizione e saranno inviati italiani per dare un aiuto: “Ci stanno dicendo di andare con una squadra ad Haiti. La situazione e’ complicata”. Poi il presidente del Consiglio ricorda che “abbiamo gia’ fatto molte cose: abbiamo stanziato una somma, e’ partita la nostra portaerei, c’e’ gia’ un ospedale da campo con 20 medici in attivita’ per il pronto intervento, con chirurgia d’urgenza”. A chi domanda se abbia sentito il presidente Usa Obama, Berlusconi risponde: “ci stiamo sentendo un po’ con tutti internazionalmente per un coordinamento, ma la situazione e’ veramente drammatica”.
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