Deportati B.Italia: via alle carte bollate – Nessuno risponde agli appelli alle istituzioni
L’Aquila – “Vogliono la guerra? Siamo pronti”. E’ la posizione di numerosi ex inquilini di via dei Marrucini, nel quartiere Banca d’Italia, che l’istituto spinge a firmare per riprendere il pagamento degli affitti dichiarando che nei palazzi si può tornare ad abitare. Ma senza mostrare documenti di agibilità e soprattutto i risultati di carotaggi e sondaggi geologici del sottosuolo. E allora, il gruppo si è rivolto ad un noto legale aquilano, l’avv. Antonio Valentini, incaricandolo di tutelare i loro interessi. Prima cosa, perizie private sulle condizioni degli edifici e della strada, coperta da un tunnel di legno e ferro di fronte alla parte terminale di un edificio (civico n.1) che è sicuramente devastato, classificato E, e sovrastato da un palazzo pericolante dal quale si staccano e si sono staccati pezzi di muratura. Tant’è vero che la stessa Banca ha fatto costruire il tunnel protettivo. Gli inquilini si chiedono e chiederanno, come si può tornare ad abitare in un palazzo il cui corpo di fabbrica ha la parte terminale pericolante e classificata E. L’area, che il Comune improvvidamente ha enucleato dalla zona rossa, è completamente circondata da macerie, palazzi pericolanti e rottami edilizi che dovranno essere demoliti, oppure ristrutturati (ma chi lo farà ?) con lavori lunghi e complessi.
Il problema, di facile comprensione se qualcuno volesse comprendere, è stato portato all’attenzione del sindaco, della Banca e della Protezione civile. Lo stesso prefetto dovrebbe esserne a conoscenza. Si invocavano delle risposte, che nessuno, a cominciare dal sindaco, si è degnato di fornire. Non restano che i fogli di carta bollata: se è questo che vogliono, dice la gente, eccoci. (Nella foto: Chi può abitare in una strada e in un palazzo in queste condizioni?)
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