Sempre più oscuro il dramma dei professori dell’orchestra stabile
di Amedeo Esposito –
L’Aquila – PROBLEMI IRRISOLTI, PUR CON TANTI PERSONAGGI IN CERCA DI VISIBILITA? -(Foto: Giustino De Cecco, il secondo a sinistra, all’inaugurazione dell’ISA nel novembre 1974) – Il pirandelliano dramma dell’Isa (istituzione sinfonica abruzzese) e dei suoi 50 componenti dell’Orchestra Stabile, è sempre più oscuro e di difficilissima lettura da parte degli “spettatori”: i cittadini abruzzesi.
Dalla: o concessione delle agognate poltrone ai consiglieri regionali Andrea Gerosolimo, Marco Olivieri e Luciano Monticelli; o la “morte” dell’Orchestra abruzzese, si è giunti alla farsa: il sindaco dell’Aquila colloquia, non già con il naturale interlocutore e cioè il governatore D’Alfonso, bensì con il dirigente del settore cultura della regione, Giancarlo Zappacosta, il quale ha dichiarato (si spera non in nome e per conto del presidente della Giunta) che la chiusura dell’orchestra abruzzese non sarebbe un danno, in quanto quella del Lazio è stata da tempo cancellata.
Una follia, ma tant’è!
Forse scongiurata, se si pensa che lo stesso Zappacosta (pirandellianamente: “quando si è qualcuno”) ha virato, assumendo una diversa posizione: “ la Regione – ha detto – si rende disponibile con le proprie strutture tecniche a fare da consulente all’Isa al fine di inserire la prestigiosa orchestra all’interno del programma europeo Creative Europe. Un progetto con partner stranieri in cui l’Isa entrerebbe a pieno titolo come unica orchestra italiana”.
Dirigente di lungo corso, sa bene come aggirare i problemi, compresi quelli che ricadono sulle spalle dei lavoratori.
Con le sue dichiarazioni Zappacosta ha sorpreso non poco il sindaco Massimo Cialente che sembra essersi spogliato del tutto delle sue dirette responsabilità ove l’orchestra stabile dovesse veramente divenire…cenere.
E tutto ciò, senza tener conto che mancano dalla scena irrinunciabili personaggi, quali il governatore Luciano D’Alfonso a cui spetta dare continuità alle aperture date alla cultura,e in particolare all’Orchestra Stabile Abruzzese, dai suoi illuminati predecessori, a partire da Giustino De Cecco.
Certo non è stato facile salvare la sua maggioranza dagli attacchi campanilistici dei tre dissidenti, per cui D’Alfonso si trova ad ignorare – almeno fino ad ora – il drammatico stato delle famiglie dei 50 professori dell’Orchestra stabile: azienda culturale di produzione dell’Abruzzo.
In questa surreale scena, va da tempo muovendosi il presidente dell’Isa, Antonio Centi, il quale, eletto sei anni or sono, ha omesso ogni e qualsivoglia progetto di sviluppo e qualificazione dell’azienda, rimanendo ancorato alle sole provvidenze ministeriali e della Regione, che ora sembrano venir meno.
E’ certamente un “intricato dramma”, quello che si sta vivendo, con personaggi che ancora non trovano il proprio autore.
Sì, ma della sopravvivenza dell’Orchestra Stabile Abruzzese quando parleranno concretamente?
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